sabato, 20 Aprile 2024
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Anghiari, spunta il ‘nero Gioconda’/Foto

Presentati a Palazzo Vecchio i primi risultati della ricerca condotta dal team del professor Maurizio Seracini. E tra un dettaglio e l'altro cominciano a venire alla luce le prime scoperte degne di nota

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Le ricerche sul mistero del dipinto scomparso di Leonardo da Vinci “La Battaglia di Anghiari”, che si suppone si trovi nella parete est del Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, sotto l’affresco del Vasari “La battaglia di Marciano”, hanno portato alla luce prove che sembrano confermare questa tesi: un frammento di colore nero trovato dietro l’affresco vasariano, ha una composizione chimica simile ad un pigmento nero rinvenuto nelle venature marroni della Gioconda e del San Giovanni Battista conservati al Louvre.

L’INTERCAPEDINE. Gli studi svolti verso la fine del 2011 dal gruppo di ricercatori, hanno confermato l’esistenza di un vuoto, inizialmente individuato tra la parete sulla quale il Vasari ha dipinto il suo affresco e il muro retrostante attraverso indagini radar effettuate nel Salone. Secondo gli esperti, il Vasari potrebbe aver voluto proteggere il lavoro di Leonardo costruendo una parete di fronte alla sua opera. Intervenendo sull’affresco vasariano in aree prive di pittura originale e piene di lesioni strutturali, i tecnici dell’Opificio delle Pietre Dure hanno effettuato sei micro fori, entrando 16 centimetri all’interno della muratura, dove sono state inserite sonde dotate di microtelecamere per le indagini endoscopiche e attraverso i quali è stato possibile raccogliere campioni di materiale da analizzare.

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I PASSI AVANTI. La prima scoperta è stata una discontinuità di tre centimetri dietro la muratura dell’affresco che non è presente in altre pareti del Salone. I dati ottenuti dall’analisi chimica effettuata sui campioni prelevati hanno fornito prove a sostegno dell’ipotesi che il dipinto di Leonardo si trovi proprio lì: un campione di materiale di colore nero è stato analizzato con tecnologia Sem-Edx, che ha permesso di individuare i componenti, ferro e manganese, e un anomalo rapporto tra i due: questa composizione chimica è simile a quella del pigmento nero trovato nelle vele della Gioconda e del San Giovanni Battista, dipinti a Firenze nello stesso periodo della Battaglia di Anghiari, così come dai risultati della ricerca effettuata dall’equipe di scienziati del Louvre sui dipinti di Leonardo presenti nella loro collezione; frammenti di materiale rosso che si è ipotizzato siano frammenti organici che potrebbero essere associati a lacca rossa; le immagini ottenute tramite la sonda endoscopica ad alta definizione fanno capire che lo strato beige sul muro originale può essere stato applicato solo con un pennello. Una prima analisi di questi frammenti è stata eseguita direttamente sui ponteggi attraverso strumenti portatili, in seguito nel laboratorio Editech con sede a Firenze e nel laboratorio Pontlab, centro analisi di Pontedera.

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LA PRESENTAZIONE. I risultati delle analisi sui campioni prelevati sono stati presentati nel Salone dei Cinquecento dal sindaco Matteo Renzi, l’ingegnere Maurizio Seracini, membro del National Geographic e direttore e fondatore della UCSD CISA3 e Terry Garcia, presidente per i progetti di missione della National Geographic Society. Presenti, tra gli altri, il sovrintendente del Polo museale di Firenze, Cristina Acidini e il neo sovrintendente dell’Opificio delle Pietre Dure Marco Ciatti. “Siamo sulla buona strada per risolvere uno dei più grandi misteri della storia rinascimentale – ha detto il sindaco Renzi – il prossimo passo sarà chiedere ufficialmente al ministero dei Beni Culturali le autorizzazioni per rimuovere le aree dell’affresco vasariano restaurate tra Ottocento e Novecento, per ottenere una fotografia più precisa della Battaglia di Anghiari di Leonardo”. “Questi dati sono molto incoraggianti – ha dichiarato l’ingegnere Seracini – Anche se si tratta delle fasi preliminari della ricerca e c’è ancora molto lavoro da fare per risolvere il mistero, le prove dimostrano che stiamo cercando nel posto giusto”. Il progetto di ricerca è stato guidato dalla National Geographic Society e il Centro scientifico interdisciplinare per l’Arte, per l’Architettura e l’Archeologia (CISA3) dell’Università della California San Diego (UCDS), in collaborazione con il Comune di Firenze; il lavoro condotto è stato completato in collaborazione con la Sovrintendenza di Firenze e l’Opificio delle Pietre Dure, dopo il via libera dal ministero per i Beni Culturali.

LE PUNTATE PRECEDENTI: L’Opificio difende la Battaglia di Anghiari: ”Nessun danno al Vasari” Ricerca della Battaglia di Anghiari, i carabinieri a Palazzo Vecchio Il Leonardo perduto finisce sotto inchiesta / SONDAGGIO Battaglia di Anghiari, prime conferme e 250mila dollari per il Comune / VIDEO Battaglia di Anghiari: buchi nel Vasari per spiare Leonardo / FOTO

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