Böcklin, de Chirico e Nunziante tutti insieme, tutti a Fiesole, da domani al 19 giugno. Un percorso lungo i 130 anni che separano la prima edizione dell’Isola dei morti dai lavori più recenti di Nunziante. Ecco in anteprima le immagini della mostra “Isole del pensiero”.
LA LINEA SOTTILE. “Non intendiamo mettere a confronto i tre autori – dichiara il curatore della mostra, Giovanni Faccenda – piuttosto documentare una ideale convergenza intellettuale fra i tre protagonisti, lungo una linea di continuità fra modernità e contemporaneità”.
IL FETICCIO DI HITLER E LENIN. Di Arnold Böcklin saranno presenti quattro opere: Villa am Meer – Villa sul mare (1892-93), Flötender Pan – Pan che suona lo zufolo (1897), Die Kapelle – La cappella, 1898, e l’ultima, incompiuta, Pan im Kinderreigen – Pan fra i bambini in girotondo, dipinta dal grande svizzero, poco prima di morire, nella sua Villa Bellagio. Sono lavori che richiamano le atmosfere oniriche popolate di architetture classiche, simbolismi, allegorie e quel richiamo ossessivo alla morte che arriva a livelli sublimi nella inarrivabile Isola dei morti, oggi considerato il quadro più famoso al mondo. Un’opera di cui permangono 4 delle 5 versioni dipinte dall’autore (la quarta versione è stata distrutta, si dice, durante un bombardamento nel corso del secondo conflitto mondiale), tutte considerate “inamovibili” dai musei che ne sono i fortunati possessori. L’isola dei morti divenne prestissimo un’opera feticcio. Hitler – che acquisto la terza versione – non se ne separò sino alla morte; Lenin ne volle una copia così come d’Annunzio: tutti contagiati da quella febbre böckliniana che colpì e continua a colpire chi cerca di far propri i segreti di questa isola popolata da tenebrosi cipressi.
IL CAPOLAVORO. Di de Chirico la mostra propone forse il massimo capolavoro, La passeggiata-Il tempio di Apollo a Delfi, del 1910, in cui è evidente l’influenza di Böcklin. Ma anche tutto il periodo romantico, tra l’inizio degli anni Quaranta e la prima metà del decennio successivo, ci mostra un Pictor Optimus ancora evidentemente attratto da Böcklin. Com’è testimoniato in mostra dal Castello di Rapallo (1947-48), Cavaliere con cane (1948), Vita silente con marina (1950), I romani in Britannia (1953).
NUNZIANTE E FIESOLE. Decisiva, in quella che si configura ad oggi come la più alta stagione creativa di Nunziante, è la visita che egli fece la scorsa primavera a Villa Bellagio, estrema dimora del pittore svizzero sul crinale tra Fiesole e San Domenico. Senza una simile opportunità, non avremmo mai visto, forse, tante pregevoli pitture: Laggiù dove tutto è possibile, Accadde un mattino, Attesa, Il volo di Pindaro, L’alba vinceva l’ora mattutina… E, naturalmente, le versioni – personalissime – di Prometeo e de La partenza degli Argonauti: «isole del pensiero», anch’esse, sulle rotte di un pittore deciso a salpare alla volta di misteriosi mari, nei quali si era svolto parte dell’itinerario metafisico di Böcklin, prima, e poi di de Chirico.
INFO. La mostra è aperta tutti i giorni dalle 10 alle 19, al Palazzo Comunale, Sala del Basolato. Ingresso: interi 5 euro, ridotti: 3 euro; ingresso cumulativo per tutti i musei di Fiesole: 12 euro. Acquisto biglietti: presso la biglietteria di via Portigiani1, Fiesole.
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