venerdì, 19 Aprile 2024
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Il cinema Universale diventa un film

Il cinema "Universale" di Via Pisana finisce sul grande schermo. Sarà protagonista del film realizzato da Federico Micali, finanziato anche grazie al popolo.

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Tommaso, Marcello e Alice. Sono i tre ragazzi che nel nuovo film di Federico Micali faranno rivivere la storia del  mitico cinema Universale di via Pisana a Firenze, un luogo di cultura, di incontro e di arte che ha segnato la storia della città e dell'Italia intera.

MICALI, CLET E LA BANDABARDÒ

Il primo ciak a settembre. Ad accompagnare la pellicola, un manifesto firmato dall'artista Clet,  famoso per i cartelli stradali “personalizzati”, e le musiche alternative composte dalla Bandabardò. Ma l'ingrediente principale sarà l'atmosfera che solo un vecchio cinema come l'Universale, con le sue seggioline in legno che cigolano un po', sa ricreare. “L'idea di un film di questo genere nasce dalla voglia di raccontare la storia della città in quegli anni, vista dalla finestra dello schermo – spiega Micali – in un certo senso mi sono ispirato allo stile di “Ovosodo”, un tipo di cinema cui in un certo senso mi piacerebbe il film potesse ispirarsi”.

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Il film sarà dunque un prodotto di assoluta originalità, come si può capire dalle parole del regista. I tre protagonisti, le storie e gli oggetti del film sono stati pensati e scritti grazie all'aiuto di Cosimo Calamini, giovane sceneggiatore fiorentino, e Heidrun Schleef, una delle più note sceneggiatrici italiane.

PRODUZIONE E FINANZIAMENTI

Originale è anche il modo in cui il film sarà prodotto e finanziato. La produzione sarà affidata a “L'occhio e la luna”, società di produzione indipendente nata con lo scopo di realizzare film e documentari di qualità e respiro internazionale. Per quanto riguarda i finanziamenti, sia la Regione che il ministero hanno dato il loro supporto. “È importante – ha detto Sara Nocentini, assessore alla cultura della regione – segnare il sostegno alla produzione di quello che è un modo nuovo di produrre contenuti culturali”. I finanziamenti ministeriali però, hanno subito dei tagli segnando la necessità di trovare un'alternativa.

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Azionariato popolare

La soluzione? Una campagna di crowdfunding sulla piattaforma Limoney per raccogliere i 20.000 euro necessari a far partire le riprese. Le donazioni partono da 5 euro e salgono a cifre più sostanziose. Ad ogni donazione corrisponde una sorta di premio: dalla maglietta col logo di Clet fino alla partecipazione alle riprese del film. Un modo per essere, in un certo senso, co­produttori del film.  Per far fronte alla riduzione del budget è stato anche necessario rivedere la sceneggiatura, revisioni che a detta del regista, hanno contribuito ancora di più a far emergere l'excursus storico che conterrà il film. “Sarà dunque una sorta di romanzo di formazione che passa attraverso il cinema Universale”, dice Micali.

Cinema Universale, il film

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La grafica del film realizzata dall'artista Clet

LA TRAMA

Il film racconta la storia dei tre amici Tommaso, Marcello e Alice, dei loro destini che si intrecciano, si lasciano e poi si ingarbugliano di nuovo, in una serie di avventure che attraversano tre decenni – dai favolosi anni '60 ai plasticosi anni '80 – e che incarnano i sogni, le svagatezze, le illusioni e le sconfitte di una generazione. Generazione che in trent'anni di storia italiana, ne ha viste passare di cotte e di crude sotto i suoi campanili: le lotte studentesche, i figli dei fiori, il terrorismo, il riflusso degli anni '80 e la fine di un mondo, di un muro contro un muro dopo il quale niente sarebbe stato più uguale.

IL COMMENTO DEL REGISTA

“Ma questo è anche la storia di un cinema (l'Universale) – spiega il regista Micali – un cinema un po' particolare a dire il vero, dove per una strana congiuntura epocale, rionale e perché no, astrale, per un periodo si sono incontrate la cultura alta, sperimentale e politica del movimento studentesco e quella popolare, sarcastica e disincantata del quartiere fiorentino di San Frediano, creando un meraviglioso cortocircuito che ben presto ha portato a un inatteso e scintillante caos creativo. In sala si poteva dire, fare e creare di tutto e il vero spettacolo non erano più i film, ma il pubblico.”

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