L’incontro si è tenuto stamani in Palazzo Vecchio fra il neo ambasciatore in Italia della Repubblica Popolare Cinese Sun Yuxi e il sindaco Leonardo Domenici, rappresentante dell’unica istituzione locale che l’alto diplomatico ha incontrato nel suo soggiorno fiorentino.
Il sindaco e l’ambasciatore hanno poi concordato sul comune obiettivo di incrementare il legame fra Firenze e la Cina, legame reso concreto dalla presenza della folta comunitĂ cinese sul nostro territorio, definita dal sindaco importante sia per qualitĂ che per quantitĂ . Sun Yuxi ha sottolineato come il rispetto delle regole del nostro paese da parte dei cittadini cinesi immigrati sia fondamentale per migliorare il processo di integrazione; un processo che comunque, ha osservato il sindaco, è sensibilmente migliorato grazie alle ultime generazioni che frequentano ormai regolarmente le scuole dell’obbligo.
Il sindaco ha poi ricordato il gemellaggio di Firenze con la cittĂ di Nanchino, i rapporti commerciali incrementati anche con le visite a Ningbo, la trionfale tournee cinese del Maggio Musicale Fiorentino, le due mostre sulla Cina in corso a Palazzo Strozzi. Infine il sindaco ha consegnato all’ambasciatore una lettera in cui, ricordati i forti legami tra la cittĂ e il grande paese asiatico, esprime la “forte e profonda preoccupazione della comunitĂ fiorentina per quanto è accaduto e sta accadendo in Tibet“, con un “accorato appello perchè venga fermata la repressione” e l’auspicio “che si apra al piĂą presto una sede di dialogo costruttivo fra il governo di Pechino e le autoritĂ religiose tibetane, a cominciare dal Dalai Lama”.
Inoltre Firenze, “luogo di incontro e dialogo, è pronta ad accogliere ogni iniziativa utile a contribuire alla pacifica soluzione della questione tibetana”. Sun Yuxi ha assicurato al sindaco che presenterĂ la lettera alle autoritĂ del suo paese; ha ribadito che il suo governo ha dato ampie assicurazioni sul fatto che la polizia non farĂ uso di armi o violenza nei confronti dei manifestanti in Tibet; che la regione e la sua capitale Lhasa saranno aperte alle visite dei diplomatici occidentali.
Questo il testo della lettera:
Signor Ambasciatore,
colgo l’occasione della sua visita alla nostra cittĂ per ricordare innanzitutto i legami che uniscono Firenze alla Cina. Legami che hanno radici lontane nella storia e si sono rafforzati anche in tempi piĂą vicini a noi con il gemellaggio con Nanchino, la presenza in Cina dell’Orchestra del Maggio Musicale, con i recenti scambi culturali ed economici con la cittĂ di Ningbo e le due bellissime mostre ospitate proprio in questi giorni in Palazzo Strozzi.
A questi legami corrisponde un interesse crescente da parte di tanti nostri imprenditori a sviluppare rapporti d’affari con le imprese del Suo paese e incrementare il giĂ consistente interscambio commerciale. La numerosa comunitĂ cinese presente qui a Firenze dimostra come, nel rispetto delle regole, sia possibile una convivenza che offre opportunitĂ di crescita economica e culturale per tutti.
Firenze, oltre alle bellezze di arte e di civiltĂ che possiede e che sono patrimonio dell’umanitĂ , è una cittĂ di pace, aperta al dialogo tra i popoli, luogo di accoglienza, di confronto fra culture e religioni diverse. Questa è la sua vocazione, alla quale nessun sindaco si è sottratto e della quale tutti i fiorentini si sentono profondamente partecipi.
Per queste ragioni sento di doverle esprimere, la forte e profonda preoccupazione della comunitĂ che rappresento per quanto è accaduto e sta accadendo in Tibet e l’accorato appello perchĂ© venga fermata la repressione nei confronti di quanti in quella regione manifestano pacificamente il loro dissenso e perchĂ© si apra al piĂą presto una sede di dialogo costruttivo tra il Governo di Pechino e le autoritĂ religiose tibetane, a cominciare dal Dalai Lama.
Alla vigilia dei Giochi olimpici che il Suo paese ospiterĂ e che sono un grande appuntamento di pace e di fratellanza fra tutti i popoli del mondo, ci rivolgiamo a lei Signor Ambasciatore perchĂ© porti al Governo che Lei rappresenta la richiesta, fatta propria dalla comunitĂ internazionale, di riaprire al piĂą presto la capitale del Tibet agli osservatori e alla stampa internazionale, consentendo loro di informare sulla reale situazione di quella regione e di ridare la libertĂ a Hu Jia, in nome dei diritti dell’uomo e della pacifica espressione del pensiero e delle idee.
In questo senso Firenze, riconfermando la propria vocazione e tradizione di luogo di incontro e di dialogo, si dichiara pronta ad accogliere ed ospitare ogni iniziativa utile a contribuire alla pacifica soluzione della questione tibetana.
La prego di accogliere, signor Ambasciatore, i miei migliori saluti.