venerdì, 19 Aprile 2024
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Isola del Giglio, la Concordia sarà messa nelle condizioni di galleggiare

La Concordia sarà rimossa dalla società americana Titan in collaborazione con l'italiana Micoperi. Le operazioni avranno inizio a maggio: la nave sarà messa nelle condizioni di galleggiare. Clini: ''Proteggeremo il mare del Giglio''.

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La Concordia sarà rimossa dalla società americana Titan in collaborazione con l’italiana Micoperi. Le operazioni avranno inizio a maggio: la nave sarà messa nelle condizioni di galleggiare.

LA RIMOZIONE. Sabato è stato ufficializzato il piano di rimozione della Costa Concordia. Sarà l’americana Titan Salvage appartenente al gruppo Crowley, leader mondiale nel settore del recupero di relitti, in collaborazione con l’italiana Micoperi una società specializzata, che vanta una lunga esperienza nella costruzione e ingegneria subacquea, a rimuovere il relitto. Le operazioni avranno inizio a maggio, se tutto andrà secondo le previsioni degli ingegneri. La nave sarà messa nelle condizioni di galleggiare. ”Una volta riportato nelle condizioni di poter galleggiare – ha riferito Costa Crociere – il relitto sarà trainato in un porto italiano”. Al momento di parla di Civitavecchia, anche se il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, ha chiesto che venga valutato anche il porto di Livorno. Il porto di Civitavecchia sarebbe stato individuato come possibile porto per attivare la base operativa, per evitare qualsiasi impatto sulle attività turistiche del Giglio.

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LEGAMBIENTE. Legambiente però, chiede che lo smantellamento avvenga in Toscana. Farlo in un altro porto potrebbe comportare un aumento dei rischi ambientali. “I lavori di smantellamento della nave Concordia devono essere fatti in Toscana – affermano Fausto Ferruzza presidente Legambiente Toscana, Umberto Mazzantini responsabile Isole minori Legambiente e Angelo Gentili della segreteria nazionale –, anche perchè trasportare la nave lontano aumenterebbe i rischi ambientali. Come detto dal presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, il porto adatto più vicino all’Isola del Giglio è quello di Livorno, ed è giusto che la nave venga portata e smantellata là. La Toscana ha il diritto di controllare anche le operazioni successive allo svuotamento dei serbatoi. Chiediamo quindi che il progetto di rimozione venga esaminato non solo dal punto di vista tecnico ma anche per quanto riguarda la sostenibilità ambientale dell’intera operazione. Infatti le infrastrutture utilizzate, il cantiere allestito e le operazioni che verranno messe in atto in ambiente marino e costiero dovranno seguire un protocollo che eviti un impatto ambientale significativo per il ricco, fragile e sensibile ecosistema marino presente nell’area dove la nave si è incagliata e soprattutto non deve compromettere la sua conformazione, necessaria ad un futuro recupero dell’area”. Legambiente continuerà a sostenere la comunità gigliese che ha gestito nella maniera migliore questo tragico incidente per far sì che ci siano le condizioni per un futuro positivo sia dal punto di vista economico-turistico che dal punto di vista strettamente ambientale.

LA SCELTA. Il piano di rimozione è stato scelto da un comitato tecnico di valutazione, all’interno del quale fanno parte un gruppo di esperti in rappresentanza di Costa Crociere, Carnival, London Offshore Consultants e Standard P&I Club. Alla gara, erano stati presentati sei progetti, ma è stato scelto quello di Titan/Micoperi ”perchè risponde maggiormente ai requisiti richiesti: rimozione intera del relitto; minor rischio possibile; minor impatto ambientale possibile; salvaguardia delle attivita’ turistiche ed economiche dell’Isola del Giglio; massima sicurezza degli interventi”, ha spiegato Costa.

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AMBIENTE. Pierluigi Foschi, presidente e ad di Costa, ha assicurato che le operazioni di rimozione saranno fatte salvaguardando l’ambiente. ”Come già successo per la rimozione del carburante – ha detto Foschi – abbiamo cercato di individuare la soluzione migliore per salvaguardare l’isola e il suo ambiente marino e restituirla al più presto alla sua innata vocazione turistica”. Il ”caretaking” – le operazioni riguardanti la pulizia del fondale marino e il recupero di materiali e detriti – continuerà fino all’inizio dei lavori di rimozione. Parallelamente alla salvaguardia dell’ambiente, le società lavoreranno anche nel pieno rispetto delle attività turistiche del Giglio, assicurando che non ci saranno conseguenze durante la stagione. E anche Clini sottolinea l’importanza ambientale “Valuteremo – ha spiegato il ministro dell’ambiente – con attenzione il danno ambientale provocato dall’incidente e saremo parte attiva nella progettazione e realizzazione delle opere di ripristino ambientale”. Il ministero dell’ambiente collaborerà strettamente con la Regione Toscana e la Provincia di Grosseto, “sostenendo l’impegno della comunità locale del Giglio”.

IL SINDACO. “Prendiamo atto della raccomandation arrivata da Londra. Ciò che a noi interessa è che il progetto risponda ai requisiti contenuti nella nostra delibera di Consiglio e recepiti dal bando di gara e cioè che la nave venga rimossa intera, con il minor impatto ambientale possibile e con il rispetto della portualità e dell’attività economica dell’isola”. Lo sottolinea Sergio Ortelli sindaco del Giglio. “Ciò che riteniamo indispensabile è che i lavori vengano eseguiti a regola d’arte e nei tempi massimi stabiliti dei 12 mesi in modo da tornare alla nostra normalità. E’ auspicabile adesso – conclude Ortelli – che la Toscana venga messa nelle condizioni di dare un contributo alle operazioni con il suo know how in termini di saperi e di logistica, come ad esempio con il porto di Livorno”.

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DISPERSI. Ma a bordo della nave, naufragata più di tre mesi fa, ci sono ancora due dispersi: Rebello Russel Terence, di origini indiane membro dell’equipaggio, e Maria Grazia Trecarichi, la passeggera italiana. Mentre gli ultimi cinque corpi recuperati a bordo della Concordia lo scorso 26 marzo apparterrebbero a Giuseppe Girolamo, il 30enne membro dell’equipaggio; Ganz Christina Mathi e Ganz Norbert Josef, passeggeri tedeschi e i due americani Barbara e Gerald Heil.

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