giovedì, 28 Marzo 2024
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Con Mehta, Verdi torna sul palco del Maggio Musicale

Torna sul palco del Maggio Musicale La forza del destino di Giuseppe Verdi con il maestro Zubin Mehta sul podio

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Giuseppe Verdi torna protagonista al festival del Maggio Musicale Fiorentino con La forza del destino, titolo che dal 4 al 19 giugno verrà rappresentato a Firenze con il maestro Zubin Mehta sul podio.

La forza del destino, melodramma in quattro atti di Giuseppe Verdi, rimaneggiato dalla sua versione iniziale di san Pietroburgo fino alla stesura finale per del 1869, opera con una trama difficile e densa di pagine straordinariamente sublimi è il secondo titolo operistico dell’83esima edizione del Festival del Maggio Musicale dopo l’Adriana Lecouvreur inaugurale e subito prima di Il ritorno di Ulisse in patria di Claudio Monteverdi e dell’ultima opera, in luglio, Siberia di Umberto Giordano. La “Forza” è stata più volte affrontata dal mastro Zubin Mehta, la prima nel 1992, poi nel 2007, nel 2010 e in tour a Tokyo nel 2011, che torna questa volta a dirigerla in un allestimento con la regia di Carlus Padrissa, della compagnia La Fura dels baus. Con La Fura, il maestro aveva realizzato al Maggio una ormai storica, e di enorme successo, Tetralogia wagneriana a partire 2007.

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Sul podio, a dirigere le arie di Verdi, il maestro Zubin Mehta, direttore onorario a vita del Teatro del Maggio, alla regia Carlus Pedrissa e sul palcoscenico un grande cast. “Sono molto felice di avere Mehta e Padrissa e un grandissimo cast – ha detto il sovrintendente Alexander Pereira – in questo progetto sul quale circola sempre un po’ di scaramanzia. Sto vedendo in questi giorni nascere uno spettacolo molto interessante e avventuroso che racconta una storia drammatica. Zubin Mehta ama molto quest’opera e sarà un grande regalo che farà a Firenze e a tutti noi”

L’opera innominabile – così viene chiamata in codice l’opera verdiana, per ragioni scaramantiche – vede Padrissa tornare a curare una regia per il teatro fiorentino. “Quest’opera ha una struttura molto complessa per la compresenza di tematiche spesso contrastanti – spiega il regista -. l’amore e la morte; la vendetta e il perdono, derivante dal sentimento religioso; il dramma e la commedia, ma su tutto un destino inesorabile che schiaccia tutti i personaggi dell’opera. I due amanti Leonora e Alvaro, sono due esseri intrappolati dalla forza del destino, due stelle che, quando si scontrano, formano un buco nero e perdono la loro luce”.

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E il destino è come un buco nero nel quale precipitiamo. Le due stelle appunto sono Leonora e Alvaro; il loro incontro genererà un buco nero (che si vedrà all’inizio dell’opera) e da questo buco nero verranno generate delle onde gravitazionali, come un sasso gettato nell’acqua, che influenzeranno tutta l’opera innescando dei legami tra il presente, il passato e il futuro fino al suo finale che appare come una fatalità. “Questa è una produzione italiana e catalana – continua Padrissa – e lavorare al Maggio è sempre un piacere e soprattutto con Zubin Mehta che noi alla Fura consideriamo un nostro padrino e essere a Firenze è straordinario, per me è una città davvero magica”.

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