venerdì, 19 Aprile 2024
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Le 4 stagioni per le strade di Firenze e la primavera “senza testa”

Dove possiamo ammirare i simboli delle quattro stagioni a Firenze? E quale la storia della Primavera del Francavilla che perse la testa?

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A Firenze si possono vedere raffigurati i simboli delle 4 stagioni dell’anno in almeno tre luoghi.

I luoghi delle 4 stagioni a Firenze

Nel primo, a Orsanmichele, proprio ai quattro pilastri d’angolo della chiesa, all’altezza di poco più di un metro dal suolo, dove si notano, purtroppo molto deteriorati dal tempo e dall’incuria dell’uomo, le raffigurazioni agresti dell’avvicendarsi delle stagioni: la Primavera con germogli d’alberi in fiore, l’Estate con le spighe del grano (simbolo eucaristico), l’Autunno con pampini e grappoli d’uva (anche questo simbolo eucaristico) e l’Inverno con gli alberi spogli.

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Il secondo luogo è Piazza del Duomo, dove al numero civico 3 troviamo un bellissimo portone di legno a formelle decorate a sbalzo, in quattro delle quali ritroviamo le rappresentazioni umanizzate delle stagioni.

Ultimo luogo è il Ponte a Santa Trinita sul quale, nel 1608, ai quattro lati d’inizio delle spallette, vero capolavoro di eleganza, in occasione del matrimonio di Cosimo II de’ Medici con Maria Maddalena d’Austria, furono poste, per accrescere il decoro urbano, le statue raffiguranti le quattro stagioni: la Primavera di Pietro Francavilla, l’Estate e l’Autunno di Giovan Battista Caccini e l’Inverno di Taddeo Landini.

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A proposito della Primavera del Francavilla vogliamo ricordare che durante la Seconda guerra mondiale lo splendido Ponte Santa Trinita, assieme a tutti gli altri della città – con la sola esclusione del Ponte Vecchio – veniva fatto saltare dalle truppe tedesche in ritirata nella notte del 4 agosto 1944. Finita la guerra, in un clima di grande volontà di ricostruire tutto ciò che era stato sventuratamente distrutto, un comitato cittadino al motto di “dov’era e com’era” diede vita alla riedificazione del ponte, che venne eseguita dall’architetto Riccardo Gizdulich e dall’ingegner Emilio Brizzi con le medesime caratteristiche strutturali ed estetiche dell’originale progetto dell’Ammannati.

La ricostruzione dell’opera dell’Ammannati

Dopo aver, con pazienza certosina, raccolto nel letto del fiume e nelle aree intorno quante più pietre possibili e riutilizzabili, ricuperato frammenti decorativi e quasi integralmente le statue, si passò alla fedele ricostruzione dell’opera dell’Ammannati, assemblando con precisione i reperti alle nuove e identiche pietre estratte dalla stessa cava del Giardino di Boboli appositamente riaperta dopo secoli. Si lavorò alacremente sotto la direzione dell’Ufficio del Genio Civile di Firenze e della Soprintendenza ai Monumenti, in un restauro illuminato e sapiente, per uscire al più presto dall’avvilimento delle distruzioni, nella certezza di riconquistare la grandezza del passato. Le difficoltà, bisogna riconoscerlo, non furono poche, perché ricostruire un capolavoro deve aver dato tremore ai polsi di tutte le maestranze impegnate nel difficile rifacimento. Una confortante constatazione fu il risultato, poiché problemi artistici e statici apparvero realizzati con serietà e competenza, rifuggendo da ogni improvvisazione grazie a studi sapientemente impostati e seriamente condotti.

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Primavera Francavilla Firenze 4 stagioni

 

Lo strano caso della Primavera “senza testa”

Il 16 maggio 1957 i fiorentini poterono finalmente riattraversare il loro ponte, benedetto dal cardinale Elia dalla Costa, ancora ricco di dinamica michelangiolesca e davvero risorto dov’era e com’era. Ma proprio del tutto “com’era” non fu possibile ammirarlo poiché la statua della Primavera, ricollocata il 25 gennaio 1958, era purtroppo acefala in quanto la testa non era stata ritrovata. Tale mutilazione, durata 17 anni, si concluse finalmente la mattina del 7 ottobre 1961 quando, durante un’operazione di riordinamento del greto dell’Arno, dove ha sede la società sportiva Canottieri Firenze, nella benna dell’escavatrice, all’uopo impiegata, apparve un candido “ciottolo” assai più bianco degli altri: era la testa della Primavera! Prontamente restaurata, il 28 dicembre, allo squillodelle chiarine dei famigli del Comune la testa tornava sul suo collo, fra gli applausi di autorità e di tanti fiorentini intervenuti i quali poterono finalmente rivedere la loro Primavera “dov’era e com’era”, così com’era avvenuto per il ponte.

www.artusi.net

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