550 cooperative sociali della Toscana chiedono alla Regione e ai Comuni di aprire un confronto sui costi di gestione dei servizi che garantiscono ogni giorno: da quelli sanitari e sociosanitari ai servizi educativi fino all’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati. L’appello è stata lanciato da Confcooperative-Federsolidarietà e Sanità Toscane, il Dipartimento Welfare di Legacoop Toscana e AGCI-Imprese sociali, in rappresentanza di 550 cooperative sociali che danno lavoro a più di 30 mila persone, di cui oltre 3.000 svantaggiate.
Il rinnovo del contratto nazionale di lavoro
La richiesta arriva dopo la firma dell’accordo per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro della cooperazione sociale, che ora sarà sottoposto alla consultazione dei lavoratori e degli organismi delle organizzazioni datoriali. L’intesa – spiega in una nota Legacoop Toscana – comporterà a regime un cospicuo aumento del costo del lavoro e dei relativi costi di gestione delle strutture e dei servizi, in un contesto in cui tariffe, quote sanitarie e sociali sono ferme da anni e le basi d’asta degli appalti sono sempre più incongrue.
“Ad oggi la nostra lettera alla Regione non ha ricevuto risposta – dicono la responsabile del Dipartimento Welfare di Legacoop Toscana, Assunta Astorino, i presidenti di Confcooperative-Federsolidarietà Alberto Grilli e di AGCI-Imprese sociali, Federico Pericoli – e per questo chiediamo pubblicamente alla Giunta toscana di attivarsi per convocarci e ascoltarci. Il Consiglio Regionale toscano, nel frattempo, ha approvato una mozione, con primo firmatario il presidente della Terza Commissione consiliare, Enrico Sostegni, che impegna la Giunta ad aprire il confronto: un segnale di attenzione di cui siamo grati ai consiglieri regionali e che crediamo ora debba essere raccolto da Palazzo Strozzi Sacrati”.
La richiesta di confronto
La lettera è stata inviata l’8 gennaio scorso dalle tre Centrali Cooperative toscane a Regione e Anci Toscana chiedendo ufficialmente l’apertura di un tavolo di confronto. Due gli obiettivi: individuare le strategie di sostegno al rinnovo del contratto collettivo nazionale e attuare le azioni necessarie per reperire le risorse per l’adeguamento dei corrispettivi contrattuali e delle tariffe, anche attivandosi nei confronti del governo nazionale, dei ministeri competenti, della Conferenza Stato Regioni e di Anci nazionale.
“La nostra forte preoccupazione – sottolineano Grilli, Astorino e Pericoli – non è solo relativa alla tenuta delle cooperative sociali che rappresentiamo ma, soprattutto, è collegata al concreto rischio che il mancato riconoscimento da parte delle pubbliche amministrazioni di questi adeguamenti contrattuali comporti l’inevitabile drastica diminuzione, se non interruzione, di servizi e presidi di prossimità a favore di cittadini e famiglie, spesso i più fragili e le più vulnerabili, delle nostre comunità. Questo scenario, purtroppo, si basa sull’esperienza maturata negli anni precedenti, ed in particolar modo con l’ultimo rinnovo del Ccnl Cooperative sociali 2017-19, del cui aumento si è dovuto far carico in massima parte, se non esclusiva, il comparto della cooperazione sociale, attingendo anche alle proprie riserve statutarie”.