La collezione di dipinti e sculture di importanti maestri del secolo scorso all’interno del Museo Novecento, nato nel 2014 in quello che era l’Ospedale delle Leopoldine di Piazza Santa Maria Novella, riunisce opere della donazione di Alberto della Ragione insieme a quelli dei fondi Palazzeschi e Rosai, quelle del MIAC e di altri lasciti.
Oggi si presenta alla città con un nuovo allestimento e con l’ambizione di trasformarsi ciclicamente in una realtà fluida, un laboratorio, rendendosi inedito ad ogni visita, col progetto di aumentare gli eventi collaterali, potenziando il programma di mostre temporanee, offrendo nuovi spazi espositivi sconfinando persino sulla stessa piazza antistante.
L'installazione
E già si vede il suo nuovo volto, con l'installazione sulla cancellata esterna che riporta la scritta MUSEO. Progettata dall’artista Paolo Parisi in collaborazione con gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Firenze, è costituita da singole lettere riprese dalle opere di Luciano Ori, Ketty la Rocca, Paolo Scheggi, dai manifesti futuristi e dalle pagine della rivista Lacerba.
“Abbiamo scelto di svecchiare persino il termine museo col quale molte volte identifichiamo Firenze proprio perché città-museo – ha spiegato il neo direttore artistico Sergio Risaliti – con l’intento di stimolare la città verso un cambiamento ideologico, e persino antropologico, che l’ha sempre vista fossilizzata nella sua storia e legata all’immagine di città dalla bellezza ideale. Da quando il Novecento abita la casa delle Muse, guardare il passato è un modo creativo di progettare il futuro, questa sarà dunque la funzione del nuovo Museo Novecento”.
Per questo motivo è stata scelta l’installazione di Remo Salvadori, posta sopra l’entrata principale, che accoglie i visitatori e si ricollega ai motivi che nell'Ottocento decoravano la facciata del complesso, instaurando così un dialogo formale e simbolico con le decorazioni musive della basilica di Santa Maria Novella.
L'interno del Museo Novecento
All’interno poi l’impatto è forte con la grande opera di Marco Bagnoli “Araba Fenice” posizionata al centro del chiostro dell’ex Ospedale: una sorta di mongolfiera formata da raggi metallici che si originano da un piedistallo su cui è ritagliato il profilo dell’uccello mitologico. L’installazione al neon “Everything might be different” di Maurizio Nannucci, già presente nell’edificio dal 2014, è ancora molto attuale come elemento di compenetrazione tra la parola e l’architettura del museo, e genera una configurazione inedita dell’ambiente.
Fanno da cornice i progetti temporanei “Paradigma. Il Tavolo dell'architetto” che vede protagonista il neo direttore del Padiglione italiano alla prossima Biennale di Architettura Mario Cucinella, la prima mostra in Italia dell'artista tedesca Ulla von Brandenburg, intitolata “Di un sole dorato”, la rassegna video “Il corpo è un indumento sacro” ideata da Beatrice Bulgari e il progetto “The Wall”, format espositivo che porta la firma di Marco Bazzini con la collaborazione di Isia Firenze dal titolo “Il Buio. Ai margini della visione”. Sulle vetrate del chiostro i tondi in plexiglas di Paolo Masi, che reagendo al variare della luce nelle diverse fasi del giorno, proiettano sulle pareti del loggiato un caleidoscopico di forme e segni.
La mostra “Il disegno dello scultore”
Le novità del museo si notano anche al primo piano con una mostra ideata dallo stesso Risaliti e curata da Eva Francioli, Francesca Neri e Stefania Rispoli (MUS.E), intitolata “Il disegno dello scultore”, prima di una serie di esposizioni che si focalizzeranno sul disegno come espressione creativa, “madre di tutte le arti”. Qui si incontrano opere grafiche firmate da Adolfo Wildt, Jacques Lipchitz, David Smith, Louise Bourgeois, Luciano Fabro, Rebecca Horn e Rachel Whiteread, che alternano figurazione e astrazione, studi sul corpo e indagini sullo spazio, schizzi e progetti.
“Il Museo Novecento ha creato nuova energia e nuove condizioni per rinnovare il dibattito e la creatività – ha detto il sindaco Dario Nardella alla presentazione alla stampa del museo -. Negli ultimi anni il rapporto col contemporaneo in città è senza dubbio cresciuto e si è arricchito. Ora, il ‘nuovo’ Museo Novecento sarà uno spazio giovane e originale nel panorama cittadino, che raccoglie la migliore eredità dei nostri collezionisti con lo sguardo al futuro”.
La metamorfosi del museo è solo all’inizio: dal 25 maggio riguarderà anche il secondo piano e l’altana.