“Ce ne faremo carico noi sostituendoci allo Stato – spiega Stella Targetti, assessore all’Istruzione e vicepresidente di Regione Toscana, che questa mattina ha presentato in Consiglio Regionale una specifica comunicazione – perché non possiamo accettare che il risanamento del debito pubblico sia fatto pagare ai bambini”.
Il numero di sezioni di scuola statale dell’infanzia su cui il ministero ha posto il blocco garantendo finanziamenti statali è, in Toscana, 2.680: restano fuori circa 40 nuove sezioni ogni anno con bambine e bambini rimasti in lista d’attesa e una pesante situazione che colpisce le giovani famiglie.
Da qui la scelta della Regione perché – aggiunge Targetti – «vogliamo investire sul nostro futuro e il capitale umano di un Paese si costruisce dall’infanzia».
Garantire la scuola, anche quella dell’infanzia, a tutti i bambini è, inoltre, un servizio importante per i genitori altrimenti lasciati soli nel difficile compito educativo che compete loro in una fase così delicata nello sviluppo dei figli.
Per l’assessore toscano “la scelta del ministro Gelmini di non assicurare più a tutti i bambini l’accesso al percorso educativo a partire dall’infanzia, è basata sulla scusa che questa scuola non fa parte dell’obbligo di istruzione ed è un grave esempio di disimpegno da parte dello Stato rispetto alla garanzia di un diritto riconosciuto dalla Costituzione e assicurato dal legislatore”.