lunedì, 18 Novembre 2024
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Come funzionano le elezioni in Italia: cosa succede in caso di voto

Cosa succede in caso di ritorno al voto: legge elettorale, seggi di Camera e Senato. Come funzionano le elezioni politiche in Italia

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Quale sarà l’esito della crisi di governo in corso è al momento impossibile saperlo. Un terzo incarico a Giuseppe Conte con una maggioranza allargata, un nuovo premier, un governo tecnico, un governo di unità nazionale. Altrimenti resterà solo il ritorno alle urne: nel caso, ecco come funzionano le elezioni in Italia e quali sarebbero le differenze rispetto alle ultime elezioni politiche del 2018.

Cosa dice la Costituzione

Prima di tutto, l’Italia è una Repubblica parlamentare. Ciò significa che i cittadini eleggono i loro rappresentanti nei due rami del Parlamento: la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica. Il Parlamento ha il potere di nomina del Presidente della Repubblica e il potere di concessione della fiducia al governo.

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Quella del Presidente del consiglio e dei ministri membri del governo non è una carica elettiva: non sono cioè i cittadini a nominarli con delle elezioni. Diverse parti politiche negli ultimi anni hanno denunciato un capo del governo a loro inviso come “Presidente non eletto dal popolo”, ma è una frase che di fatto non ha fondamento giuridico in Italia.

Come funzionano le elezioni in Italia

Si vota a suffragio universale: tutti i cittadini che abbiano superato i 18 anni di età votano per la Camera, tutti quelli che abbiano superato i 25 anni di età votano anche per il Senato. Il voto si svolge lo stesso giorno per entrambi i rami del Parlamento, su schede elettorali diverse.

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È la legge elettorale che stabilisce come funzionano le elezioni politiche in Italia. Ad oggi il sistema elettorale per le elezioni politiche è il cosiddetto “Rosatellum bis”, in vigore dal 2017 (qui il testo completo della legge elettorale).

Prevede lo stesso sistema sia per la Camera che per il Senato. Un sistema “misto”, che assegna il 61% dei seggi disponibili con un meccanismo proporzionale e il 37% con meccanismo maggioritario uninominale a turno unico.

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Il maggioritario uninominale a turno unico prevede in pratica che il territorio nazionale sia diviso in un certo numero di collegi elettorali. Per ciascun collegio viene eletto il solo candidato che risulta più votato degli altri. Il sistema proporzionale assegna invece i seggi disponibili alle liste in gara in modo, appunto, proporzionale al totale dei voti che hanno raccolto. La quota proporzionale del Rosatellum prevede uno sbarramento del 3% delle preferenze: chi non lo supera, resta fuori dal Parlamento. In questo sistema non è prevista la possibilità di esprimere preferenze per un candidato.

Il Parlamento così eletto resta in carica per cinque anni, a meno che le Camere non vengano sciolte a seguito di una crisi politica o di qualche altra ragione. Un’eventualità che in Italia, in epoca repubblicana, si è verificata in 9 delle 17 legislature precedenti a quella in corso.

La legge elettorale e il Parlamento in Italia

Ad oggi il Parlamento italiano conta 630 seggi alla Camera e 315 al Senato. A questi si aggiungono poi 12 deputati e 6 senatori eletti dai cittadini italiani residenti all’estero e sei senatori a vita.

Dalla prossima legislatura, ovvero dalla prossima volta che si terranno elezioni politiche in Italia, il numero dei parlamentari sarà ridotti a 600 in totale: 400 alla Camera e 315 al Senato, più un massimo di 5 senatori a vita. È l’effetto del taglio dei parlamentari votato nel corso di questa legislatura e confermato poi dal referendum costituzionale del settembre 2020.

Si è parlato spesso, soprattutto negli ultimi giorni, della possibilità di riformare il sistema elettorale italiano in senso totalmente proporzionale. Nel caso in cui la crisi di governo in corso portasse allo scioglimento anticipato delle Camere, si tornerebbe però al voto con il Rosatellum, il sistema attualmente in vigore.

Le ultime elezioni politiche del 2018

Si è votato per le ultime elezioni politiche in Italia nel 2018. Il risultato vide la netta affermazione del Movimento 5 stelle, con una percentuale di voti raccolti superiore al 32% sia alla Camera che al Senato. A seguire, il Partito democratico con il 19% circa, poi la Lega sopra al 17%. Forza Italia al 14%, Fratelli d’Italia al 4%, Liberi e uguali al 3%, + Europa sopra al 2%. La composizione dei seggi ha riflettuto i risultati delle urne.

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