Tre cluster familiari per un totale di 18 persone positive nelle ultime due settimane, risultato del sovraffollamento familiare. Per contrastare questi focolai domestici, la Regione Toscana ha disposto con l’ordinanza 71 l’obbligo di ricovero negli alberghi sanitari per i positivi al coronavirus.
Coronavirus, tre cluster familiari in Toscana
I tre cluster familiari sono stati segnalati a Cortona (Arezzo), Pian di Scò (Arezzo) e Impruneta (Firenze). In tutti e tre i casi si tratta di famiglie straniere, provenienti da paesi extra Schengen, per le quali vige l’obbligo di quarantena. L’aumento dei casi di coronavirus in Toscana delle due ultime settimane è determinato al 40% da questi focolai nati da contagio interfamiliare.
L’ordinanza 71 della Regione Toscana
Con l’ordinanza 71 il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ha dato mandato ai sindaci di adottare provvedimenti per trasferire i positivi al coronavirus negli alberghi sanitari.
O, per meglio dire, l’Azienda sanitaria, accertato il caso positivo, può proporre al sindaco di emettere un’ordinanza contingibile e urgente a tutela della salute pubblica con la quale il primo cittadino, un qualità di Autorità sanitaria locale, disponga l’isolamento negli alberghi sanitari.
Fino ad oggi il trasferimento negli alberghi sanitari era solo una possibilità, che i cittadini risultati positivi potevano accettare o meno. Adesso il trasferimento potrà essere ordinato dai sindaci, e l’inosservanza comporta sanzioni da 500 a 5.000 euro.
Per tutti i contatti stretti delle persone colpite, familiari e non, saranno attivati controlli a tappeto, isolando e allontanando da casa via via tutti coloro che risulteranno positivi.
Più test alle comunità straniere
Aumenteranno anche i test molecolari e sierologici per le persone di queste comunità, caratterizzate anche da alta mobilità all’interno del territorio regionale e ricche di momenti di incontro collettivi. Si tratta di persone per cui, anche a causa delle difficoltà linguistiche, è difficile essere informate sull’andamento epidemiologico generale. Si invitano quindi i Comuni ad attivare iniziative di comunicazione, nelle lingue parlate dalle principali comunità presenti in Toscana, con le principali precauzioni da prendere per evitare il contagio.