Da oggi la viabilità in Valdarno cambia per sempre: è stato inaugurato il nuovo ponte a Sud, opera strategica per la mobilità dell'intero territorio, uno tra i più grandi cantieri pubblici attivi in Toscana. Si chiamerà “Ponte Leonardo”. Ma per una volta il Da Vinci non ha messo tutti d'accordo: in tanti chiedevano a gran voce che il ponte venisse intitolato al ben meno noto Bruno Grassi detto “Ringo”, personaggio locale che aveva rinunciato a tutto per vivere da nullatenente in riva all'Arno, vagabondo e ribelle scomparso due anni fa ma rimasto nel cuore della comunità valdarnese.
54 milioni per sbloccare il traffico
Il ponte collega Montevarchi e Terranuova passando sopra l'Arno e all'A1. È il lotto 1 della variante alla regionale 69, la strada che da Arezzo porta fino alla Valdisieve dopo aver tagliato a metà l'intero Valdarno e che è sempre congestionata nelle ore di punta, visto che lungo il percorso incontra distretti industriali da qualche migliaio di lavoratori. La variante nasce per smistare il traffico sulla riva destra dell'Arno lungo un tracciato in parte nuovo e in parte rimesso a nuovo, da Levane fino a Incisa Valdarno. E il ponte è subito diventato il simbolo del più ampio progetto il cui costo complessivo supera i 54 milioni di euro, 40,5 dei quali finanziati dalla Regione Toscana e per il resto dalla provincia di Arezzo, dai Comuni del Valdarno, dall'autorità di Bacino e da Autostrade spa.
Progettato in Spagna ma dal cuore toscano
Il cantiere aveva aperto nel gennaio 2009. Dopo poco meno di sei anni (e una vicenda giudiziaria che nel mezzo ha bloccato i lavori per diversi mesi) stamani l'opera progettata dallo studio Carlos Fernandez Casado di Madrid è stata inaugurata ufficialmente e nel pomeriggio aprirà al traffico. Alla cerimonia c'era anche il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, che aveva scelto proprio un'immagine del Ponte Leonardo per la copertina del suo ultimo libro “Viaggio in Toscana”. Lungo circa 500 metri, poggia su tre campate e comprende marciapiedi pedonali e pista ciclabile sui due lati, due corsie di marcia larghe 3,75 metri e due banchine laterali larghe 1,5 metri.
Là dove Leonardo dipinse la Gioconda
Simbolo di “ingegneria e bellezza”, come si legge tra le motivazioni, il Ponte non poteva essere che intitolato a Leonardo. Anche perché il paesaggio che lo circonda sarebbe lo stesso che si vede alle spalle della Gioconda. La disputa è aperta da anni, ma certi tratti sono inconfondibili: le balze (cumuli di argille e sabbie alti fino a un centinaio di metri, rimasti dopo il prosciugamento del lago che nel Pliocene copriva la vallata. Leonardo ne intuì l'origine con qualche secolo di anticipo) e, sulla sinistra del dipinto, un ponte che secondo gli studiosi sarebbe il Ponte di Buriano o il Ponte Romito, entrambi distanti appena qualche decina di chilometri da quello inaugurato oggi.
La storia di Ringo, ribelle gentile
La scelta del nome ha suscitato malumori. Non perché il Valdarno non ami il genio toscano per eccellenza, ma perché – ritengono in molti – i riconoscimenti al Da Vinci non mancheranno mai, ma intanto rischia di non averne Bruno Grassi detto “Ringo”, da quelle parti famoso tanto quanto Leonardo. Di buona famiglia, si dice che scelse di rinunciare a tutto dopo aver vissuto in prima linea l'orrore della Guerra. Non gli restò che un impermeabile addosso e un grosso zaino sulle spalle e senza nient'altro che quelli, incurante delle stagioni che passavano e della schizofrenica società moderna dalla quale si era voluto tirare fuori, si mise in cammino per non fermarsi più. Lo incontravi lungo le strade del Valdarno e anche più in là, seguendo il corso del fiume fino alla foce o salendo verso la montagna. Non ha mai risparmiato una parola gentile a chi lo avvicinava e tutti gli hanno voluto bene per quel suo modo di vivere senza compromessi mai mancando di rispetto e ricevendone altrettanto in cambio.
Ringo è morto il 30 settembre 2012 ma non è stato dimenticato dalle sue parti. Aveva la sua casa, una baracca in riva all'Arno, proprio nel punto in cui ora poggia il pilone del nuovo ponte. Per questo al momento di scegliere un nome per l'opera in tanti hanno pensato a lui. L'idea lanciata sui social network ha riscosso centinaia di adesioni in poco tempo e da lì è partita una raccolta firme che conta più di 650 adesioni. Ma la voce dei promotori non è arrivata alle orecchie delle istituzioni. Ormai era deciso. Si chiamerà Ponte Leonardo, ma – con tutto il rispetto per il Da Vinci – c'è da scommettere che per tutti sarà il “Ponte Ringo”.