Firenze è pronta ad accogliere il memoriale italiano di Auschwitz. Nascerà nella sede che fu dell'Ex3, a Gavinana, e il progetto sarà presentato il 25 aprile. Data simbolica, così come quella di oggi, Giorno della Memoria: tante le iniziative in programma a Firenze per ricordare l'orrore della Shoah.
Il memoriale a Gavinana
All'Ex3 nascerà un vero e proprio Polo della Memoria. Lo ha annunciato il sindaco Dario Nardella ieri in consiglio comunale, intervenendo proprio a proposito della giornata della Memoria. “Il 25 aprile – ha detto – presenteremo il progetto per il polo della Memoria. Per dare un tributo vero, duraturo e profondo all’esercizio indispensabile della memoria Firenze deve lasciare una testimonianza concreta in grado di vivere nella nostra comunità e interrogare i giovani. Per questo – ha proseguito Nardella – il 25 aprile presenteremo il progetto del memoriale di Firenze, che accoglierà l’opera in arrivo dal Blocco 21 e ricorderà la disumana violenza della Shoah”.
“Il polo della Memoria – ha aggiunto il sindaco – sorgerà nel Quartiere 3, nella sede dell’Ex3 e accanto alla piazza che abbiamo intitolato a Gino Bartali, al quale il popolo ebraico ha attribuito il più grande riconoscimento per il suo impegno. Una volta completati i lavori per la realizzazione dell’edificio destinato ad edilizia residenziale pubblica in viale Giannotti sarà possibile realizzare al primo piano anche il museo della Liberazione e della Resistenza”. Del progetto parla anche il presidente del Q3 Alfredo Esposito, intervistato da Il Reporter “L'Ex 3 deve rimanere il centro culturale di riferimento di questo territorio” dice.
Un'operazione condotta congiuntamente dal Comune di Firenze e dalla Regione Toscana, dopo l'appello di un anno fa dell'Associazione nazionale dei deportati nei campi nazisti (Aned) che è proprietaria dell'opera. Chiuso nel 2011 dalla direzione del museo del campo, che non lo riteneva più conforme alle linee didattiche dello spazio di documentazione, il memoriale è stato realizzato nel 1971 nel nome di tutte le vittime italiane dell'Olocausto dagli architetti Baffi e Belgioioso, reduci di Mauthausen, con la collaborazione artistica del pittore Pupino Samonà, del musicista Luigi Nono, dello scrittore Primo Levi.
la voce dei deportati è online
Il racconto dei deportati toscani da oggi sarà disponibile in ogni luogo e in ogni momento, gratuitamente, per tutti. Nasce infatti il portale Anedtoscana.it, l'archivio online della memoria realizzato dall'associazione degli ex deportati nei campi di concentramento. Oltre 80 interviste rilasciate alla fine degli anni '80 al professor Andrea Devoto, per la prima volta digitalizzate dalle audiocassette magnetiche originali e messe a disposizione. Il portale verrà presentato oggi alle 17 nella Sala Pistelli di Palazzo Medici Riccardi. Dopo l'incontro, intorno alle 18, verranno deposti dei fiori davanti alla targa nella Galleria delle Carozze che riporta i nomi degli oltre 1.800 deportati della Toscana.
Al Meyer un omaggio ai pediatri cacciati dalle leggi razziali
All'ospedale Meyer si ricordano Franchetti e Levi, i due pediatri di origine ebraica che vennero allontanati dall’Università di Firenze e dal loro lavoro al Meyer nell’autunno del 1938, in applicazione delle leggi razziali. Alle 12 verrà scoperta una targa in loro onore alla presenza di Ugo Caffaz, consigliere per le politiche della memoria della Regione Toscana ei rappresentanti dell’Università di Firenze. La targa verrà posta nello spazio universitario dove vi sono i “padri della pediatria” (Mya, Comba e Cocchi). Umberto Franchetti, libero docente di clinica pediatrica , secondo le fonti storiche era direttore dell’Ospedalino Meyer, mentre Sergio Levi fu assistente volontario di clinica pediatrica. Il 16 ottobre 1938 finirono nelle liste dei docenti sospesi dall'Università di Firenze. Franchetti fu costretto a scappare in calesse verso il Casentino per sottrarsi alla persecuzione razziale e trovò rifugio per sé e la famiglia in una piccola casa a Giampereta, ospitati e sostenuti dai contadini Francesca ed Emilia Ciuccoli che grazie alla loro opera sono stati dichiarati “Giusti tra le Nazioni”, riconoscimento di chi allora rischiò la propria vita per salvare anche un solo ebreo dal genocidio nazista. Franchetti e famiglia ricevettero l’aiuto di tutto il paese e il medico riuscì a mantenersi curando bambini e adulti in cambio di cibo. Stessa sorte fu riservata a Sergio Levi, costretto a fuggire insieme alla moglie dal genocidio e dai “provvedimenti per la difesa della razza nella scuola fascista”.
Le medaglie d'onore ai deportati fiorentini
Oggi è il giorno in cui verranno consegnate le medaglie d'onore del Presidente della Repubblica ai deportati della provincia di Firenze nei lager nazisti. Sono 28 i riconoscimenti che saranno conferiti oggi alle 17 nel Memoriale di Santa Croce da parte del prefetto Luigi Varratta e dei sindaci dei comuni di provenienza degli insigniti (Firenze, Barberino di Mugello, Capraia e Limite, Certaldo, Empoli, Firenzuola, Marradi, Palazzuolo sul Senio, Pelago, Pontassieve, Scandicci, Sesto Fiorentino e Vaglia). La cerimonia si terrà nei sotterranei della Basilica di Santa Croce, ora denominati Memoriale, dov'è ospitata la mostra “1938-1945. La persecuzione degli ebrei in Italia. Documenti per una storia”, organizzata dal Ministero dell’Interno e dalla Prefettura proprio per onorare il Giorno della Memoria 2015.
Anche l'Università ha voluto celebrare la ricorrenza. Il rettore Alberto Tesi ha deposto stamani una corona d'alloro sulla lapide del Rettorato dedicata a tutti gli universitari colpiti dalle leggi razziali.