martedì, 5 Novembre 2024
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Questa è una guerra di pianerottolo

casa, condominio, vicini

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C’è chi vieta l’uso dell’ascensore al cane del vicino, chi getta mozziconi di sigaretta e cotton fioc nel giardino altrui, chi sbatte i tappeti alle 6 del mattino e chi chiede i rilievi fonometrici alla Asl a causa dei figlioletti urlanti del dirimpettaio di pianerottolo.

IN “TRINCEA”. Benvenuti in trincea, anzi no, in condominio, dove la guerra è di posizione, le questioni di confine (del posto auto) comportano imboscate e rappresaglie e la battaglia può durare un giorno o più probabilmente una vita. Al primo posto tra le cause di conflitto di vicinato i rumori più o meno molesti: spostamento di mobili, musica a tutto volume, elettrodomestici in funzione alle ore piccole. Ma più spesso bastano un paio di tacchi a scatenare reazioni infastidite. Al secondo posto tutto ciò che cade/gocciola/viene deliberatamente gettato dai “piani alti”. C’è chi non si limita alle briciole del- la tovaglia: blog specifici e racconti di vita quotidiana parlano di interi scarti di cibo “defenestrati”, fino ad arrivare a profilattici e assorbenti “caduti”. Di fronte a cronache di questo tipo, chiunque abbia protestato per i panni stesi gocciolanti si faccia un esame di coscienza.

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ANIMALI. Entrano in classifica anche gli animali domestici: dati del 2009 raccolti da Aidaa parlano di un litigio ogni 12 minuti in Italia, in aumento rispetto agli anni precedenti. In quasi due terzi dei casi sono i cani a essere poco tollerati, il 26% delle volte si discute di gatti (o di “gattare” che danno da mangiare ai cuccioli nel cortile interno), mentre ben il 2% dei conflitti è provocato dai pacifici conigli. C’è poco da stare allegri, perché chi è coinvolto nella diatriba rischia talvolta un esaurimento nervo- so. E si tratta di guerre senza quartiere, nel vero senso della parola: dal palazzo di pregio alla casa popolare, le risse di pianerottolo sono all’ordine del giorno. Tant’è che spesso si arriva in tribunale. “Su dieci contenziosi – spiega Simone Porzio, presidente del Sunia, il sindacato degli inquilini – quattro proseguono per vie legali”.

ACCORDI. Ma il dato è in calo: “Fino a pochi anni fa si parlava di 7 casi su 10”. Non fatevi illusioni, però, perché “è solo una conseguenza della crisi economica – continua Porzio – che ha costretto molti a far marcia indietro per evitare le spese”. Già, perché spesso si tratta di soldi buttati al vento: durante il procedimento i battibecchi si intensificano e la sentenza non fa altro che acuire le acredini. A meno che non si riesca a raggiungere un accordo bilaterale prima del verdetto. In questo senso va il decreto approvato lo scorso marzo, che rende obbligatorio il passaggio dalla commissione di arbitrato prima di andare davanti al giudice. Altra strada da percorrere può essere quella del mediatore sociale: a Firenze c’è uno sportello ad hoc in ogni quartiere, aperto un giorno la settimana. E c’è quasi sempre la fila.

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Il mediatore parla straniero

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Hu, Assan, Mourad, Lovinescu. Più che un amministratore di condominio talvolta servirebbe un interprete, in grado di far dialogare culture e abitudini diverse. Con campanelliere sempre più multietniche i motivi di scontro si moltiplicano, come minimo per il numero di lingue parlate. Nasce così il progetto-scommessa della Provincia di Firenze: formare mediatori condominiali multietnici, in grado di dirimere le questioni tra vicini che non parlano la stessa lingua, nemmeno in termini di regole e di uso degli spazi comuni. L’iniziativa è stata lanciata, anche su segnalazione del Sunia, lo scorso mese.

LEZIONI. “Adesso si tratta di selezionare un’agenzia in grado di svolgere l’attività di formazione – spiega Sandra Breschi, responsabile della Direzione Istruzione – in modo da aprire i corsi”. In pratica si tratta di imparare a conoscere le abitudini altrui e a mediare nelle tensioni, dai vicini che si lamentano dell’odore del cibo straniero a chi non sopporta le “invasioni” del vano scale con poltrone o altri oggetti di uso privato. Le lezioni si rivolgono ai responsabili di condominio, ovvero a coloro che si incarica- no dell’autogestione delle case popolari, su base volontaria. Le iscrizioni si apriranno presumibilmente in questi primi giorni di aprile, presso l’agenzia scelta e la Provincia stessa, ma chi volesse avere informazioni prima o “prenotarsi” può già rivolgersi alla Direzione Istruzione di via Capo di Mondo.

PROGETTI. Circa 80mila euro i fondi investiti dalla Provincia in un progetto di formazione che, oltre all’aspetto della comunicazione interculturale, abbraccia anche le politiche ambientali. L’altro cardine del corso riguarda infatti il risparmio energetico e la raccolta differenziata, temi su cui c’è ancora molto da lavora- re per sensibilizzare i cittadini.

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