Storia alla fermata del bus, ecco la prima puntata:
Gocce di pioggia
Lacrime di pianto
Solcano il cielo
E scavano la terra,
sterile pioggia
che non sboccia fiori
perché la grande morte
la tramuta in ghiaccio
come le membra in ossa.
Sono nata per far battere il cuore delle donne. Non so ancora cosa le spinge a me. Sarà la mia simpatia, la mia voglia di vivere, il mio senso di protezione o forse i miei capelli. Sono entrata così nella loro vita. Abbattendo le innumerevoli barricate di pregiudizi, tradizioni che sono bagaglio di vissuto di ogni essere umano. Chi mi ha amato, sa sicuramente di cosa sto parlando. Sa cosa ha dovuto affrontare. E sa altrettanto quanto sia emozionante vivere un amore segreto, nascosto dagli altri, chiuso in una campana di vetro.
Della mia infanzia ricordo ben poco. So che non è stata facile, ma del resto, per chi lo è? Ripenso a ciò che mia nonna diceva dolcemente: “Ricordati, piccola, che se ognuno di noi portasse la propria croce in piazza, ci guarderemo l’uno l’altro…, consolandoci, ritorneremo a casa pensando a chi sta sicuramente peggio di noi…”. Parole sante. Spesso, cara nonna, ti ho pensato ed ho stretto i denti. La gonna era il mio terrore. Tutto ciò che potesse essere un po’ più femminile, non lo sentivo mio. A volte ripenso al fatto che i miei volevano un maschio. Non so cosa sia stato e non ho intenzione di essere vittima di qualche pazzo psicanalista. E’ successo. Tutto qui.
Può non servire scoprire le cause per risolvere un problema, sempre che si trattasse di un problema. Per me non lo era. Mia madre era già separata da mio padre da circa 6 anni. Fu una delle prime donne in Italia a chiedere il divorzio. Mio padre fu scaraventato giù per le scale da mio nonno. Io, accanto a quel comò che osservavo, mentre le lacrime scendevano sul mio viso. Mia sorella di sette anni che mi teneva la mano. Avremo avuto poche altre volte la possibilità di rivederlo. Non si fece più sentire. Era come se non avesse mai avuto due figlie. Si rifece una vita con una donna più giovane. Ed ebbe un figlio maschio. Mia madre, invece, saputo della nuova vita sentimentale del suo ex marito, frequentò un uomo che aveva una figlia della mia stessa età.
Sesso. Ad 11 anni. Sono stata una bambina precoce, forse troppo. Anche lei precoce. I pugni di mia sorella sulla porta del bagno. In vasca, nude. So che questa bambina non mi piaceva. Non mi piacevano le narici del suo naso. Troppo grandi. Mentre facevo l’amore evitavo di guardarla. Guardavo, invece, certi particolari del suo corpo, simili al mio, che adoravo. Frequentavo i ragazzi della mia compagnia e i miei vicini di casa, Anastasia e Iuri. Con Iuri mi scambiavo i Big Jim e Anastasia passava le sere a casa nostra a vedere la Tv perché suo padre voleva guardare solo ciò che interessava a lui. Mia sorella la frequentava più di me e ogni tanto quando me lo permettevano, mi univo alle loro uscite. Che pacchia. Quelle bambine/ragazze che volevano essere donne. Non conviene mai correre. Ma solo quando sei adulto te ne rendi conto.