Il balletto ”L’altra metà del cielo”, sulle musiche e drammaturgia di Vasco Rossi, ha debuttato alla Scala di Milano lo scorso 3 aprile. Ieri sera, la diretta è stata trasmessa in quaranta cinema d’Italia. A Firenze, nella sala Mercurio del Fulgor, uno spettacolo per pochi intimi. Quindici i fan presenti.
AL FULGOR. C’è anche chi ha ben pensato di prenotare tre posti nella fila centrale, scoprendo poi che per le Opere al Cinema, la prenotazione non è attiva. E una volta in sala, ad attendere la diretta dalla Scala di Milano della terza serata del balletto ”L’altra metà del cielo”, erano solo in quindici ”pochi ma buoni”. Una sala vuota, potremmo a questo punto affermare che a Firenze è stato un ”flop”, ma solo in numeri.
L’ALTRA META’ DEL CIELO. E anche se la sala è rimasta vuota, quei pochi quindici presenti, sono stati trasportati dalle emozioni che provenivano dallo schermo. Le luci si spengono, il palco s’illumina e la base inizia a suonare. Archetti e non chitarre elettriche, tamburi e non batteria e piatti. Una situazione decisamente non rock. Un gioco di sfondi e scenografie minimal, pezzi di vita vissuta dalle tre protagoniste del balletto, Albachiara, Silvia e Susanna. Le tre donne di Vasco che si trasformano, incontrano il loro destino e poi si ritrovano.
QUATTRO PARTI. Il balletto in un atto unico che si divide in quattro parti, incentrate su quattro grandi tematiche che accompagnano le vite delle tre protagoniste: l’adolescenza, la maturità, la crescita e l’abbandono. Un viaggio nell’universo femminile delle tre tipologie di donne che vengono descritte, delle tre diverse donne che vengono rappresentate. Nel passaggio dall’adolescenza alla maturità, Albachiara (interpretata dalla grande Sabrina Brazzo) diventa Anima Fragile, Silvia (rappresentata da Stefania Ballone) si trasforma in Brava e Susanna (Beatrice Carbone) muta in Gabri. Nella terza parte, Albachiara si trasforma in Incredibile Romantica, Silvia in Brava Giulia e Susanna in Delusa. Nell’ultima rappresentazione invece, Albachiara diventerà Jenny che è pazza, e si ritira nel silenzio e nel sonno tradita dai suoi sogni e dalle sue illusioni, stanca della vita e della realtà che la circonda. Un gioco di maschere grandioso e di specchi incombenti. Silvia invece diventerà Laura, che aspetto un figlio per Natale e si realizza come donna e madre. Susanna invece diventerà Sally, una donna che si è fatta da sola, orgogliosa ma sempre delusa. Lo spettacolo chiude sulle note di Un senso, mentre le protagoniste si riuniscono sul palco, insieme al corpo di ballo.
I TREDICI BRANI. Vasco ha inciso le tredici canzoni dell’Altra metà del cielo in pochissimo tempo. Canzoni, alcune, che non cantava da anni e anni. La voce non è più la stessa del trentenne in forze. Adesso le sue corde vocali sprigionano la vita (spericolata) che ha vissuto. Sessantanni e forse, sentirli. Una voce rauca e rock che si trasforma in lieve e dolce. Tredici brani reinterpretati per una sfida che non ha eguali nella storia della musica italiana. Il rock che finalmente entra alla Scala e sfonda il muro del balletto, tempio sacro della danza classica. Una sfida che Vasco ha nuovamente vinto. Tredici brani riadattati per l’opera, che sembrano nati per essere ballati sulle punte. Gli stessi brani che portano un fiume di persone a cantare in coro in uno stadio colmo di emozioni unite da una sola passione. E ancora una volta, ”qui si fa la storia”.