Un concerto all'insegna del dialogo interculturale è quello previsto per sabato 3 febbraio dalle 21.15 in Sala Vanni in piazza del Carmine. Omar Sosa e Gustavo Ovalles, due musicisti jazz, rispettivamente pianista e percussionista, uniscono musicalità e sonorità molto diverse tra loro in un linguaggio musicale universale dallo stile unico e libero.
Omar Sosa è un pianista di origini cubane, o meglio afrocubana, un'identità che risulta dalla diaspora africana verso le Americhe iniziata nel Seicento durante la tratta negriera. Dall'identità afrocubana nasce una particolare forma di jazz, che, a differenza di quello afroamericano nato nel sud degli Stati Uniti, risente molto delle influenze culturali ereditate dai ritmi sostenuti tipici delle musiche tradizionali dell'Africa centrale (leggi l'approfondimento su LaRivisitaCulturale.com).
La libertà musicale che lo contraddistingue lo ha portato a collaborare con numerosi artisti internazionali dal genere più vario. Non ultimo Gustavo Ovalles, percussionista del Venezuela, famoso per le sue ricerche sulle varie sonorità tradizionali che compongono l'orizzonte musicale venezuelano. Entrambi si esibiranno sul palco, molto meno esotico, della Sala Vanni ed è inserito nella programmazione del Black History Month di Firenze.
Palcoscenico speciale per Omar Sosa e Gustavo Ovalles
La Sala Vanni è parte integrante del complesso monumentale della Basilica di Santa Maria del Carmine che si trova in Piazza del Carmine. Lo spazio era originariamente del Comune, ed successivamente stato messo a disposizione della comunità, in particolare è stato concesso al progetto Musicus Concentus, che ha sede proprio nei locali. Grazie alla collaborazione tra quest'ultimo e l'altro progetto musicale fiorentino, Jazz Music Pool, la Sala Vanni si è trasformata in un auditorium innovativo dedicato alla musica jazz e a tutte le sue declinazioni e forme, dalle sonorità più pure a quelle più elettroniche.
La Sala Vanni ha oggi una fama particolare tra gli appassionati di musica non solo di Firenze e dintorni, ma anche a livello internazionale, non tanto per i suoi affreschi del 1700 circa, quanto invece per i suoi raffinati e innovativi cartelloni e programmazioni musicali. Il concerto di sabato è quindi una occasione insolita per scoprire entrambi.