lunedì, 18 Novembre 2024
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Storia dello stadio di Firenze: dagli UFO ad Artemio Franchi

Nato negli anni Trenta del secolo scorso al posto di un aeroporto, ha avuto tre diversi nomi. Lo stadio di Campo di Marte è stato testimone della storia fiorentina (e anche di qualche vicenda curiosa)

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Lo stadio Artemio Franchi di Firenze è il cuore pulsante del tifo viola, ma ha una lunga storia alle spalle. Nell’ultimo periodo si è discusso animatamente se costruire una nuova struttura lontano da Campo di Marte o rinnovare quella esistente, tenendo conto del fatto che molte parti di questo edificio non possono essere in alcun modo modificate. Si è finalmente giunti ad un accordo: lo stadio si modificherà senza metter mano ad alcune aree. L’arena delle passioni nasconde però in sé vicende e qualche curiosità che forse non tutti conoscono. In questo luogo, dove il 27 ottobre 1954 si narra persino siano stati avvistati degli UFO, s’intreccia il dramma della storia con momenti di riscatto, e ancora di grande gioia insieme a eventi memorabili. Un vero e proprio crocevia d’incontri, dal calcio alla musica, che costruiscono in tutto e per tutto l’identità fiorentina.

1. La storia dello stadio Artemio Franchi di Firenze, nato al posto di un “aeroporto”

Lo stadio di Firenze venne progettato nel 1929 dagli ingegneri Pier Luigi Nervi e Gioacchino Mellucci e costruito tra il 1930 e il 1932 nel quartiere di Campo di Marte, nel luogo in cui prima si trovava un aerodromo. Per volere di chi? La decisione venne presa dal marchese Luigi Ridolfi da Verrazzano, primo presidente dell’Associazione Calcio Firenze (poi Fiorentina), squadra fondata nel 1926 dalla fusione di due realtà cittadine. Ed è proprio la nascita di questa nuova squadra calcistica a far sentire a Firenze la necessità di costruire una struttura idonea ad ospitare una maggiore affluenza di spettatori rispetto a quelli che poteva accogliere il vecchio impianto situato in via Bellini, nella zona di viale Redi. Prima ancora le partite di calcio si svolgevano sul prato del Quercione delle Cascine e nel Velodromo.

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2. Lo stadio cambia più volte nome: da Giovanni Berta ad Artemio Franchi

A chi venne intitolata la struttura sportiva? Inizialmente portava il nome di Giovanni Berta, squadrista fascista nato a Firenze e ucciso nel 1921 da un gruppo di militanti comunisti. Passato il ventennio, l’impianto cambiò il nome in “Comunale“, appellativo che mantenne fino al 1993, fino a quando venne ribattezzato “Stadio Artemio Franchi“, un nome che oggi ci risuona senz’altro familiare, in ricordo dell’importante dirigente sportivo fiorentino che aveva ricoperto gli incarichi di Presidente della FIGC e della UEFA.

3. Le novità e il costo di realizzazione

Gli strumenti della propaganda fascista sono sempre stati l’architettura e l’urbanistica, come sintesi tra modernità e tradizione. Ecco svelato il motivo per il quale i lavori vennero affidati proprio a Pier Luigi Nervi, figura tra le più innovative nel panorama architettonico italiano, che mostrò le qualità plastiche del cemento armato, fino ad allora inedite, ad un costo di realizzazione molto basso. Nel caso dello stadio fiorentino, esempio di razionalismo italiano, il cui progetto prevedeva una capienza massima di 45.000 spettatori, di cui 6.000 nella tribuna coperta, fu di oltre 6.500.000 lire, per un costo per spettatore pari a circa 145 lire, pertanto molto basso rispetto ai fondi che furono necessari all’epoca per costruire altri stadi europei.

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4. La particolare forma a “D” e le scale elicoidali

La struttura è quindi ricca di elementi innovativi per l’epoca, come la pensilina priva di sostegni intermedi, le scale elicoidali e la torre di Maratona, completata nel 1931 insieme alle tribune scoperte. Aspetti che dovranno essere tutelati anche nell’attuale progetto di recupero dello stadio. La tribuna d’onore è caratterizzata dalla connessione tra la struttura portante delle gradinate e i mensoloni di sostegno della pensilina di copertura, realizzata senza l’ingombro di pilastri intermedi, permettendo in tal modo una migliore visione del campo di gioco. Oltre a questo è interessante sottolineare il fatto che anche il drenaggio del terreno di gioco fu ritenuto all’epoca tra i migliori d’Europa.

Scale elicoidali stadio Firenze

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Osservando lo stadio fiorentino non si può non notare la sua particolare struttura, concepita a “forma di D“. Secondo alcuni sarebbe stato pensato come riferimento al “Dux” Benito Mussolini, secondo altri la ragione non sarebbe affatto politica. L’ingegnere Nervi, la mente del progetto, venne obbligato dalle istruzioni del bando comunale a realizzare, di fronte a quella che sarebbe poi diventata la tribuna coperta, un rettilineo di 220 metri per l’atletica leggera. Ecco perché oggi si presenta così.

5. Bruno Neri e il rifiuto del saluto fascista: il calciatore partigiano

Durante l’inaugurazione dello stadio Giovanni Berta di Firenze (1931), nel pieno del periodo dittatoriale, il 21enne terzino della Fiorentina Bruno Neri, alla presenza del podestà e di altri gerarchi fascisti, fu l’unico dei 22 calciatori a rifiutare il saluto romano. L’episodio è entrato nell’immaginario, tanto che è ricordato ancora oggi. Il ragazzo immobile, con le braccia rigide: ecco che da allora assunse il ruolo di “calciatore partigiano“. Dopo l’8 settembre del ’43 entrò nelle formazioni partigiane con il nome di Berni. Venne poi ucciso, durante una ricognizione, il 10 luglio del ’44, insieme al comandante della sua Brigata.

6. Una partita che ha fatto storia. Italia-Inghilterra: 95mila persone dentro lo stadio Artemio Franchi

La capienza dello stadio fiorentino, quando ancora si chiamava “Comunale”, negli anni Cinquanta, era di circa 70.000 persone, quasi il doppio rispetto ad oggi. Curioso è però il fatto che nel 1952, per la partita Italia-Inghilterra, vennero venduti all’incirca 84.000 biglietti: se si aggiungono a questi inviti, forze dell’ordine e giornalisti, viene da pensare che fossero presenti allo stadio quel giorno circa 95.000 persone. Un vero e proprio record. Come mai era più capiente di adesso? Semplicemente per l’assenza di posti numerati e per la mancanza di adeguate forme di sicurezza. Certo è che questa situazione comportava anche dei rischi. Il 22 dicembre 1957, per esempio, crollò una balaustra nella maratona. Non dimentichiamoci che, nel corso degli anni, l’edificio ha subito molti interventi di ristrutturazione, in particolare in occasione dei Campionati mondiali di Calcio del 1990.

7. All’Artemio Franchi la Nazionale Italiana ha vinto più di 10 partite

Durante la sua storia, lo stadio Artemio Franchi è sempre stato un punto di riferimento importante per la Nazionale Italiana, tanto che è l’unico impianto sportivo al mondo in cui gli Azzurri hanno giocato più di dieci partite senza perderne una. Un numero quasi “paradossale” se pensiamo al difficile rapporto che ha da sempre gran parte della tifoseria fiorentina con la Federazione Italiana, soprattutto dopo il campionato del 1981/82 e la finale di Coppa UEFA giocata in campo neutro ad Avellino.

8. I grandi live nello stadio fiorentino: dagli anni Settanta fino ad oggi

Nella storia dello stadio Artemio Franchi di Firenze non c’è solo il calcio, ma anche la musica. Sono infatti tantissimi i cantanti hanno tenuto qui i loro live nel corso del tempo in questo complesso con una piccola cesura negli anni di piombo italiani, in cui nessuna star internazionale della musica si esibì in Italia. Il 10 settembre 1979 Patti Smith decise di cambiare le regole del gioco cantando dal vivo al “Comunale”. L’artista ricorda questo momento come il più importante della sua carriera: 50.000 persone erano infatti presenti quel giorno. Gli anni Ottanta furono poi il periodo d’oro della città, capitale europea del dark e della new wave. Tra i molti, anche il concerto dei Clash (1981), simbolo dell’epilogo dell’epopea punk con ben 13.000 persone in curva Ferrovia.

Nel 1987 si esibì per la prima volta in Italia persino David Bowie con il Glass Spider Tour. Un evento indimenticabile che vide lo stadio riempirsi completamente. E infine, l’8 giugno 2003, Bruce Springsteen. Da circa un decennio le grandi star internazionali non si esibivano al Franchi, ma The Boss scelse proprio Firenze come prima data del suo tour italiano con un live di oltre 3 ore insieme alla E-Street Band. Da quel momento, il ritorno dei grandissimi live allo stadio.

9. 27 ottobre 1954: avvistamenti UFO allo Stadio Comunale di Firenze

Era il 27 ottobre 1954 quando, nei cieli fiorentini, ebbe luogo un insolito avvistamento di oggetti non ben identificati. Ebbene sì, si è ipotizzato fossero UFO, tant’è che ancora oggi sono argomento di trasmissioni televisive e articoli giornalistici che trattano di eventi inerenti al mondo del mistero e del paranormale. Tutto ciò avvenne in due luoghi: sopra l’allora “Stadio Comunale” appunto, dove circa 10.000 spettatori stavano assistendo al secondo tempo di una partita amichevole tra Fiorentina e Pistoiese, che venne addirittura sospesa per l’insolito evento, e sopra la Cattedrale di Santa Maria del Fiore intorno alle 14:20 per circa 15 minuti.

Alcuni testimoni parlarono di oggetti non identificati di colore bianco a forma “di ali di gabbiano“, secondo alcuni, e “di cappello da mandarino cinese“, secondo altri. La direzione di questi velivoli sarebbe stata da nord-ovest verso sud-est, lungo un asse che congiungeva la zona delle Cascine a Rovezzano. A questi eventi seguì, per una mezz’ora circa, la caduta di filamenti in uno sconosciuto materiale biancastro e appiccicoso, battezzati dalla stampa dell’epoca col nome di “bambagia silicea“, anche noti come “capelli d’angelo“. Del caso si è occupato pure il Cicap, il Comitato italiano per il controllo delle affermazioni sulle pseudoscienze, secondo cui l’avvistamento di UFO sullo stadio di Firenze fu legato a esercitazioni militari documentate nella zona.

10. A pochi metri dalla torre di Maratona: il sacrario in onore dei Martiri di Campo di Marte

Per ricordare il periodo della Resistenza è nato anche un poco noto monumento “nascosto” all’interno del Franchi. A pochi metri dalla torre di Maratona, verso il settore “ospiti”, vi è il sacrario in onore dei Martiri di Campo di Marte. Il nome del complesso fa riferimento al 22 marzo 1944: giorno della fucilazione di cinque giovanissimi toscani da parte dei soldati della RSI, accusati di renitenza alla leva nell’esercito della Repubblica Sociale Italiana. Ogni anno se ne celebra il ricordo all’interno del Franchi proprio nel luogo in cui si è svolto questo drammatico avvenimento, tramite la deposizione di corone di alloro al monumento e la celebrazione di una messa.

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