Classe 1987, talento da vendere e una bellezza mediterranea che non fa mistero delle sue origini siciliane. Cresciuta alle pendici dell’Etna, Claudia Lagona, in arte Levante, è la cantautrice italiana che sta conquistando il cuore e i palcoscenici dello Stivale, raccogliendo consensi transgenerazionali da nord a sud. Dopo una lunga gavetta, il successo arriva nel 2013 con il singolo “Alfonso”, che dai club di Torino (Levante vive in Piemonte da quando era adolescente) la consacra al grande pubblico. Da quel momento miete un successo dietro l’altro, complici non solo i suoi pezzi interessanti, ma anche il suo essere bella, stilosa e poliedrica. Il 16 aprile il Viper Theatre aprirà le sue porte ad “Abbi cura di te tour”, con il quale Levante sta promuovendo il suo disco.
“Abbi cura di te” è il titolo del tuo secondo lavoro. C’è un modo in cui Levante si prende cura di sé?
Credo di avere cura di me rincorrendo la felicità, rincorrendo le cose che mi fanno stare bene.
Hai fatto la gavetta nei club mentre lavoravi per guadagnarti da vivere, sai cosa significa conquistare il successo col sudore: cosa pensi di chi partecipa ai talent?
Non li giudico, hanno fatto scelte diverse dalla mia ma penso che sia come essere calato in cima a una montagna. Non l’hai scalata e se dovessi cadere non sai come attutire il colpo. Credo che chi si lancia in avventure del genere dimostri di avere la forza di saper partecipare a un gioco pericoloso.
Canti, scrivi ma hai anche una passione per la moda e per tutto ciò che le gira intorno, tanto che sei diventata un’icona di stile per i tantissimi che ti seguono sui social network…
Sono cresciuta in una famiglia di sarte, quindi mi diletto a realizzare gonne, vestiti comodi, ho fatto anche qualche cappotto. Sono una persona creativa e mi diverto a inventare sempre cose nuove. Fino a qualche tempo fa molti degli abiti che indossavo li realizzavo da sola.
C’è un artista con cui sogni di dividere il palcoscenico?
Franco Battiato (siciliano come lei, ndr). Lo abbraccerei tutto il tempo. Vorrei cantare con in testa quelle grandi cuffie che di solito indossa, come se stessimo ascoltando musica insieme.
Un brano a cui sei particolar-mente affezionata?
You are my first, my last, my everything, di Barry White. Mio padre amava Barry White e ricordo le domeniche mattina nel salotto di casa, con i miei che ballavano e io che mi infilavo in mezzo.
Progetti per il prossimo futuro?
Sono al lavoro già da un po’ di tempo su un nuovo disco, una volta finita la tournée mi fermerò un po’ per registrare e definire il tutto. Se tutto va come credo, uscirà entro il 2016.