venerdì, 22 Novembre 2024
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Le Nozze di Figaro inaugurano il progetto “Mozart al femminile”

Kristiina Poska come direttore e Sonia Bergamasco come regista portano in scena le loro "Nozze di Figaro", il primo dei tre “Mozart al femminile”

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Saranno “nozze” davvero speciali quelle che debutteranno il prossimo 20 giugno al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino. Per la prima volta sul podio e alla regia de Le nozze di Figaro di Wolfgang Amadeus Mozart ci saranno, assieme, due donne. Nel nuovo allestimento del Maggio Kristiina Poska dirigerà l’orchestra e Sonia Bergamasco esordirà nella sua prima esperienza come regista di un’opera lirica.
“È un progetto che mi ha preso da subito – ha spiegato in conferenza stampa Sonia Bergamasco, attrice molto apprezzata e da poco anche regista – Mi sono immersa in questo spartito lasciandomi guidare dalla lingua Mozart-Da Ponte alla ricerca di un racconto che mettesse in evidenza la teatralità della storia. Le Nozze sono infatti un’opera che si presta alla possibilità di tirare fuori un lavoro ricco di sfumature interpretative. Inoltre ho avuto la fortuna di avere con me un cast che ha dimostrato grande generosità teatralità nonché una certa curiosità. È stato un lavoro molto intenso, ma anche ricco di passione giocosa, che credo sia un elemento fondante della psicologia mozartiana. Una vera prova per me, una sfida, che mi auguro potrà essere apprezzata dal pubblico”.
Le nozze di Figaro  è una delle più famose opere di Mozart e dell’intero teatro musicale, la prima di una serie di felici collaborazioni tra Mozart ed il drammaturgo Lorenzo Da Ponte. Fu Mozart stesso a portare una copia della commedia “Le mariage de Figaro” di Beaumarchais a Da Ponte, che poi la tradusse in lingua italiana rimuovendo tutti gli elementi di satira politica che inizialmente l’avevano vietata per un soggetto all’apparenza “proibito”, molto difficile da mettere in musica a causa del gran numero di personaggi e situazioni in gioco. Ma è proprio Da Ponte a rassicurare l’imperatore Giuseppe II sull’assenza di elementi sovversivi nella sua riduzione librettistica e così, il 1° maggio 1786, debutta al Burgtheater di Vienna.
L’opera in quattro atti ruota attorno alle trame del Conte d’Almaviva, invaghito della cameriera della Contessa, Susanna intenta nei preparativi delle sue nozze col servo Figaro. La vicenda si svolge in un intreccio serrato e folle, in cui donne e uomini si contrappongono nel corso di una giornata di passione travolgente, piena sia di eventi drammatici che comici, e nella quale alla fine i “servi” si dimostrano più signori e intelligenti dei loro padroni.
In questa nuova produzione delle Nozze Marco Rossi è autore delle scene, che colpiscono per la loro “ariosità” e per le particolari “invenzioni” aggiornate al presente, come il giardino-labirinto iniziale che si rivelerà per gradi, aprendosi sul grande tavolo da biliardo che domina col suo colore verde (è la stanza di Figaro), il piano inclinato della terza scena, fino all’immagine notturna dell’ultimo atto in tutta la sua magica profondità. Complessità e tenerezza, gioco e malinconia in questo affresco di società che indossa i costumi vividi di un Settecento “reinterpretato”- aggiornato cioé con grinta e sapienza da Gianluca Sbicca – in cui “il popolo” è il braccio armato di Figaro e protagonista delle incursioni “teatrali” da lui stesso orchestrate. Teatro nel teatro, gioco di specchi e scambio di ruoli. Un “sogno di una notte di primavera” – l’ha definito la regista/attrice – in cui i due “promessi sposi” della lirica, insidiati dal potente di turno, si ricongiungono – attraverso un gesto di perdono – nel finale, in un giardino illuminato dai raggi della luna.

Una trilogia al femminile

La prima de Le nozze di Figaro è prevista per sabato 15 alle ore 20.00 – altre recite il 17, 19 e 21 giugno sempre alle 20.00 – e sarà la prima della trilogia Mozart-Da Ponte a rientrare nel progetto denominato Mozart al femminile e che vedrà nelle future stagioni del Maggio, Elena Bucci curare la regia di “Così fan tutte” e Nicola Raab quella di “Don Giovanni”: tre opere molto diverse ma anche difficili da caratterizzare per un punto di vista molto particolare e tutto al femminile. Ma senza rivendicazione di genere.
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