No agli aumenti nelle RSA. L’intenzione di innalzare le tariffe fino a oltre 300 euro al mese, annunciata da alcuni gestori delle Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) insoddisfatti del recente accordo con la Regione, ha suscitato una levata di scudi da parte SPI CGIL, FNP CISL e UIL Pensionati della Toscana. I sindacati dei pensionati, in una nota, denunciano l’estrema gravità di queste prese di posizione, ribadendo che non accetteranno ulteriori aumenti delle rette, già oggi elevate, a scapito delle famiglie.
Mancano gli stanziamenti per la legge delega anziani
“Certamente nessuno può e deve pensare di scaricare sugli ospiti e sulle famiglie difficoltà o inefficienze di gestione e attendiamo garanzie e risposte certe e tempestive da parte della Regione”, si legge nel comunicato stampa. Secondo quanto riportato dai sindacati dei pensionati, anche in Toscana si allungano le liste di attesa per le RSA, mentre crescono i costi per le famiglie con anziani non autosufficienti.
“Non aiuta, certo, il contesto nazionale, dove la legge delega anziani è stata approvata senza gli stanziamenti necessari e si immagina di riformare il sistema della non autosufficienza senza prevedere risorse nella legge di Bilancio in discussione in queste ore in Parlamento – scrivono SPI, FNP e UIL Pensionati – Sarà, per i più, praticamente impossibile, accedere ai fondi previsti dal decreto ministeriale del gennaio 2024 sulla sperimentazione della prestazione universale, a causa degli stringenti requisiti richiesti dalla normativa (avere più di 80 anni, un bisogno assistenziale gravissimo e un ISEE non superiore a 6000 euro”.
L’accordo in Toscana
Intanto i sindacati promuovono l’accordo dei giorni scorsi, raggiunto tra Regione Toscana e Rsa, che prevede un investimento di oltre 22 milioni di euro per l’adeguamento contrattuale dei lavoratori delle cooperative sociali e per nuovi investimenti nel settore sociosanitario, a partire dagli anni 2026-2027. L’intesa segue quella sottoscritta con i gestori nel settembre 2023 che prevedeva adeguamenti dell’importo delle quote sanitarie fino al 2025.
“Questo accordo – dicono le organizzazioni sindacali – tutela le condizioni dei lavoratori e l’invarianza dei costi per le famiglie, e pertanto chiediamo che sia difeso con forza dalla Regione Toscana che non deve cedere a nessuna forma di prepotenza da chi chiede di avere mano libera sulle rette e sulle condizioni dei lavoratori”.