Così il presidente del Consiglio regionale toscano, Riccardo Nencini, ha accolto la notizia della positiva conclusione della prigionia di Ingrid Betancourt, durata sei anni, e della liberazione di altri quattordici prigionieri.
Nencini ha ricordato che pochi giorni fa, a Firenze, era stata la figlia Melanie a ritirare, a nome della madre ancora ostaggio dei guerriglieri, il premio Galileo per la libertà del pensiero, che una giuria internazionale le aveva assegnato “per il suo straordinario impegno civile e la sua coraggiosa resistenza”.
E soddisfazione per la liberazione di Ingrid Betancourt è stata espressa anche dal presidente della commissione per la pace e la solidarietà internazionale Lorenzo Marzullo. “E’ la dimostrazione che con la violenza non si cambiano le persone né tantomeno le idee – ha proseguito Marzullo – dopo i sei lunghi anni passati nella giungla colombiana Ingrid Betancourt è tornata alla vita normale ancora più forte delle sue convinzioni”. “Nel 2004 le abbiamo conferito la cittadinanza onoraria – ha aggiunto il presidente della commissione pace – mentre nel febbraio 2008 il giglio d’oro, un riconoscimento che viene assegnato dal Comune di Firenze alle persone che si impegnano per l’affermazione e la difesa dei diritti umani. Crediamo che questo sia stato un piccolo contributo di Firenze per tenere alta l’attenzione dell’opinione pubblica sul suo rapimento”.
“La nostra speranza – ha concluso Marzullo – è che finalmente la Betancourt possa venire di persona in Palazzo Vecchio a ritirare questi due riconoscimenti”.