Una siccità così grave Bilancino non l’aveva mai vista. L’invaso che disseta quasi un milione e mezzo di persone tra Firenze, Prato e Pistoia, è uscito più che dimezzato dagli ultimi mesi, caratterizzati da precipitazioni cadute con il contagocce. I rubinetti, se le condizioni meteo non cambieranno, potrebbero rimanere a secco la prossima estate.
SEMPRE PIU’ GIU’. Ogni giorno, da ottobre a questa parte, Bilancino scende al ritmo di due centimetri al giorno. Oggi è arrivato a quota 243,92 metri sul livello del mare, contro gli abituali 252; meno di 34 milioni di metri cubi d’acqua contro una media di 69 milioni. Le conseguenze si vedono a colpo d’occhio: il lago si è letteralmente ritirato lasciando sulle sue sponde colonie di cozze ormai secche. In alcuni punti dell’invaso non è possibile passare con le imbarcazioni, per il fondale troppo basso.
LIVELLO DI ALLERTA. La riserva strategica d’acqua è già stata intaccata. Di questo passo, se le condizioni atmosferiche non muteranno, la scorta si assottiglierà fino ad arrivare a una situazione tragica nella primavera 2012. Il rischio è quello di rimanere a secco la prossima estate. A fare il punto sulla situazione l’Autorità di bacino dell’Arno, l’ente che per legge monitora il fiume e i suoi affluenti, insieme a Publiacqua.
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POCHE, POCHISSIME PIOGGE. “Generalmente tra ottobre e novembre il lago arrivava quasi al colmo di piena e invece proprio nella stagione autunnale è mancata la ricarica e la scorta di piogge che garantiva una riserva in vista dell’estate successiva – spiega Erasmo D’Angelis, presidente di Publiacqua -sorgenti, torrenti, fiumi sono in secca da settimane e purtroppo le previsioni non ci tranquillizzano, ci sarà qualche spruzzo per il fine settimana, ma niente di risolutivo a breve”.
NUOVI INVASI. Per far fronte alla siccità sul lungo periodo servirebbero nuove infrastrutture. “Vanno creati altri ‘piccoli Bilancino’ – prosegue D’Angelis – dalla diga di Gello a Pistoia ai due invasi nel Chianti sulla Pesa e la Greve e sul Bisenzio pratese. Possiamo mettere in sicurezza anche le zone collinari e montane con riserve idriche fondamentali per ogni emergenza. I cambiamenti climatici, ormai sotto gli occhi di tutti, rendono questi passaggi ancora più urgenti”.