Le Giubbe Rosse di piazza della Repubblica andranno all’asta nelle prossime settimane: la società che gestiva l’attività è stata dichiarata fallita a fine 2018. Lo storico caffè fiorentino non perderà però il famoso marchio “Gran caffè ristorante delle Giubbe Rosse”, che andrà al futuro proprietario.
Il tribunale di Firenze ha infatti messo sotto sequestro il “brand” e lo ha affidato al curatore fallimentare in modo che l’insegna non possa essere venduta ad altri compratori in attesa dell’asta. Gli ultimi amministratori e soci del caffè avevano ceduto a loro stessi nel 2016 il marchio storico, un’operazione però ritenuta non valida dal curatore fallimentare che ha deciso di presentare ricorso.
E ora cosa succede per le Giubbe Rosse di Firenze?
La vendita all’asta dell’antico caffè letterario è attesa entro metà marzo e ci sarebbero già diversi imprenditori interessati ad acquisire l’attività. La cifra di partenza si aggira intorno al milione e mezzo di euro.
Intanto per il prossimo 20 febbraio è stato fissato un incontro con i sindacati presso la Città metropolitana di Firenze. L’altro nodo da sciogliere, spiega la Filcams Cgil, è l’affitto dell’immobile “per far sì che il caffè rimanga in piazza della Repubblica, sua naturale sede storica – si legge in una nota – Soltanto col marchio nelle disponibilità della curatela e del contratto di affitto del locale i lavoratori possono stare tranquilli per il loro futuro”.
La storia del caffè letterario: perché si chiama “Giubbe Rosse”
Il locale delle Giubbe Rosse fa parte dei caffè storici di Firenze: insieme a Paszkowski è uno dei simboli di piazza della Repubblica. È nato nel 1897, ma all’inizio era una birreria, aperta dai fratelli Reininghaus. Un nome troppo difficile da esser ben pronunciato dai fiorentini, che così ribattezzarono questo luogo prendendo spunto dalla divisa indossata dai camerieri: giubbe rosse, secondo la moda del tempo.
Prima di diventare un punto di ritrovo per letterati e artisti fu sede anche di un circolo di scacchi.
Da qui sono passate importanti personalità come Vladimir I, Lenin, Medardo Rosso. All’inizio del Novecento è stata anche la “casa” dei futuristi fiorentini e proprio qui avvenne la famosa rissa tra con i futuristi milanesi di Filippo Tommaso Marinetti.