Sorpresa: vivere (e mangiare) a Firenze costa meno del previsto. Anzi, costa decisamente meno della media nazionale. Secondo un’indagine effettuata da Altroconsumo, che ha preso in esame centinaia di supermercati in tutto lo Stivale, Firenze e Pisa risultano tra le città meno care d’Italia.
In particolare, la città della Torre Pendente è seconda solo a Verona in termini assoluti, mentre il capoluogo toscano è quello dove, con un po’ di impegno, si può risparmiare di più (oltre mille euro). A patto di conoscere tutte le opportunità e la dislocazione di ogni supermercato, di inseguire tutte le promozioni possibili e di acquistare prodotti diversi in posti diversi, a secondo del prezzo sul cartellino.
CONTI IN TASCA. Riempire il carrello sotto il Cupolone costa in media 5.800 euro l’anno a famiglia, contro i 5.700 e spiccioli di Verona e i 6.571 di Aosta, la più salata del Belpaese. Frenate gli entusiasmi, però, perché in un’analoga indagine effettuata nel 2008, sempre da Altroconsumo, Firenze si era classificata al primo posto, e le differenze di prezzo tra i due estremi della hit parade appaiono oggi più sottili di ieri.
MEGLIO I MINI-MARKET. Ciò premesso, dove dirigersi per mettere a frutto tutta questa convenienza? L’indagine riserva un’altra sorpresa: contrariamente a quanto rilevato in passato, quest’anno si scopre che le buste conviene riempirle nei piccoli super di vicinato. Insomma, le catene meno articolate sembrano battere i giganti della grande distribuzione. Niente paura, però, anche i supermercati più “gettonati” si trovano sempre ai piani alti della top ten.
SCAFFALI LOW COST. A scalzare i big dal podio – secondo la ricerca – sono i market con poche decine di punti vendita, concentrati nei centri urbani più grandi e organizzati in maniera più spartana, a partire dalla pubblicità. Chi non si affeziona al marchio, poi, può puntare dritto sugli scaffali low cost: negli ultimi anni ne sono sorti a decine, a partire dalla periferia per arrivare alle strade più centrali. Con conseguenze positive in tutta la città perché, si sa, niente è meglio della concorrenza per le tasche dei clienti.
GRANDE DISTRIBUZIONE. Ipermercati e hard discount stampano gli scontrini meno cari, ma attenzione alle quantità: spesso accade infatti che ci facciamo convincere da una grande confezione a prezzo scontato, con la conseguenza di moltiplicare gli sprechi. Al netto di ciò che finisce direttamente in pattumiera, il risparmio potrebbe essere alquanto limitato. In questo senso, per i single, la spesa al supermercato potrebbe rivelarsi non troppo conveniente, se non attentamente pianificata. Ma in questo campo ci vengono in aiuto decine e decine di manuali sulle monoporzioni e su come recuperare gli avanzi, nonché vere e proprie applicazioni tecnologiche per stilare la lista con rigore scientifico.
PROMO. Occhio, infine, alle promozioni, che possono indurre l’effetto “non mi serve, ma è un affare”. Prendete in considerazione, invece, l’opzione “due in uno”, laddove si intende “spesa più benzina”: da noi non è una pratica diffusa quanto all’estero, ma qualche discount si è già attrezzato mettendo su anche un distributore low cost. Succede soprattutto ai margini della città, ma in genere il viaggio si ripaga da solo con il risparmio.