Un televisore, un computer, un motorino. Sarebbe un ottimo ”bottino”, se tutti questi oggetti non fossero fuori uso e abbandonati lungo le sponde dell’Arno. Con le belle giornate e i primi accenni di primavera torna la voglia di farsi una bella passeggiata lungo le sponde del fiume, portare il cane a correre nelle aree in cui è possibile lasciarlo libero e i bambini a giocare tra la natura. Scendendo però verso le sponde del fiume, nelle zone percorribili a piedi, si trova di tutto. Oltre alle ormai ”solite note” bottiglie rotte, sacchi della spazzatura, materassi, mobili.
LUNGARNO COLOMBO… Lungarno Cristoforo Colombo ha una delle aree verdi più vissute e sfruttate. Chi in queste aree viene tutti i giorni ha molto di cui lamentarsi. Niccolò porta spesso il suo boxer lungo l’Arno: “Negli ultimi tempi le condizioni della passeggiata e dei giardini sono migliorate notevolmente – racconta – vorrei però poter dire la stessa cosa delle sponde e degli argini, che rimangono ancora pieni di buste rotte, bottiglie e sporcizia”. Irene porta la sua Guess qui due ore al giorno: “E’ una delle zone più belle della città, soprattutto in queste giornate quasi primaverili – ci spiega – ma fare tutto il percorso da Ponte San Niccolò all’Obihall è diventata un’impresa: passare sotto Ponte da Verrazzano mette sempre un po’ di tensione, la notte qualcuno ci dorme, ci sono mobili rotti, materassi, vestiti, l’incanto che dà l’Arno viene spezzato”.
…E NON SOLO. Passando per lungarno Ferrucci si apre un altro scenario: la passeggiata lungo la riva appare più pulita rispetto quella di lungarno Colombo, ma una macchia rossa tra gli alberi attira l’attenzione dei passanti: un motorino se ne sta lì fermo, incagliato tra qualche roccia. Proseguendo, passiamo ponte San Niccolò: l’area verde e la spiaggetta sono state recentemente ripulite dagli Angeli del Bello e qualche coraggioso prende già il sole. L’area accessibile da lungarno Santa Rosa rimane ancora nelle stesse condizioni del mese scorso, quando andammo a fare un servizio per il nostro mensile: cartelli stradali, siringhe, sacchetti della spazzatura aperti e abbandonati tra gli alberi dell’Arno. Come diceva Montale nell’incipit di ‘Satura’, “i grandi fiumi sono l’immagine del tempo”. L’Arno, se non altro, tra un computer, un televisore e un motorino, è immagine di modernità.
VIAGGIO FOTOGRAFICO LUNGO L’ARNO:
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