Un piano casa a Firenze e richieste di fondi a livello nazionale. Questo perché, come ha detto il sindaco Dario Nardella, “il grido d’allarme delle città italiane è diventato fortissimo”. La partita è su due fronti. Un dibattito nazionale e strettamente legato alla città metropolitana di Firenze. A livello nazionale si chiedono strumenti per poter agire “su contributi affitti, contributi fiscali e strumenti per favorire gli affitti di lungo periodo”. E ancora “norme nuove per affrontare gli affitti turistici brevi, fondi per il patrimonio dell’edilizia popolare”.
Il piano casa a Firenze: i prossimi passi
Nardella ha convocato oltre 50 attori legati al mondo della casa per un confronto sul piano del Comune di Firenze. E dopo aver elencato quelle che sono le priorità a livello nazionale ha detto che si dovrà trovare un minimo comun denominatore tra tutti. Il tavolo era vario: da rappresentanti degli studenti ai docenti universitari, dai sindacati degli inquilini ai proprietari immobiliari. Da ora ci saranno incontri settoriali su alloggi universitari, affitti brevi, contratti, pianificazione urbanistica, alloggi popolari. Il tutto con l’obiettivo di siglare un patto per l’abitare entro fine anno, come ha detto Nardella. Contestualmente saranno invitati anche i sindaci dell’area metropolitana.
I numeri
Intanto i numeri sono piuttosto preoccupanti ed è per questo che serve un piano casa a Firenze (e in tutta Italia). A Firenze ci sono 169 procedimenti di sfratto in corso, 330 in tutta la Città metropolitana. Inoltre ci sono 800 alloggi liberi che vanno ristrutturati ma ci sono risorse solo per finanziare la metà. Per il resto bisogna avanzare richieste, ha chiarito Nardella, “a chi ha più poteri di noi sui fondi per le politiche abitative”. E quindi a due interlocutori: Regione e Stato. Certo, se se si vedono i dati delle altre città italiane Firenze non è la peggiore. Ma ancora tanto lavoro è da fare.