martedì, 19 Novembre 2024
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Il lieto fine delle calciatrici afghane: giocheranno nel CS Leboswki

Erano scappate nell'agosto 2021 e accolte a Firenze: adesso potranno cimentarsi in quello che amano, il calcio

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Dalla paura del regime talebano alla riconquista della libertà, anche quella di giocare: le tre calciatrici del Bastan Football Club di Herat e il loro allenatore, fuggiti nell’agosto scorso dall’Afghanistan, torneranno in campo a Firenze indossando la maglia del club Centro Storico Leboswki.

La storia delle calciatrici afghane

Il gruppo era arrivato in città nell’agosto 2021, grazie al coinvolgimento del Comune di Firenze, del sindaco Dario Nardella e dell’assessore Sara Funaro. Una fuga disperata dall’Afghanistan e dalle minacce del governo talebano (che aveva messo le donne nel mirino) e poi la nuova libertà a Firenze. Adesso il lieto fine, anche grazie al sostegno di Figc, Assocalciatori e Associazione italiana allenatori di calcio (AIAC).

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La collaborazione con la società sportiva Lebowski

Il presidente dell’AIAC Renzo Ulivieri si è detto felice di appoggiare questo progetto perché “permette di aiutare delle donne che hanno vissuto in un contesto a dir poco difficile. E grazie alla fattiva collaborazione della società sportiva Lebowski permette loro di poter continuare a svolgere una attività sportiva in sicurezza e soprattutto intraprendendo un percorso di integrazione e condivisione con le altre calciatrici italiane”.

Tra gli interventi anche quelli di Sara Gama, vicepresidente Associazione italiana calciatori. “Come calciatori e calciatrici italiane, ma in primis come persone, siamo al fianco delle donne afghane in questo difficile momento. Per noi si tratta di uno sbocco naturale di un percorso in cui l’Associazione Italiana Calciatori si è da subito impegnata, favorendo l’accoglimento nel nostro paese delle giovani calciatrici di Herat e dando, insieme alla Figc, un supporto concreto al fine di un loro proficuo inserimento nel tessuto sociale del nostro Paese”. Soddisfazione è stata espressa anche dal direttore generale di Cospe Francesca Pieraccini.

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