Riconoscere (simbolicamente) la cittadinanza ai bambini e ai ragazzi stranieri, nati in Italia e residenti a Firenze, che abbiano frequentato per almeno 5 anni la scuola in territorio nazionale: Firenze dà il via libera al “suo” Ius scholae. “È un segnale che vogliamo dare, di civiltà, equità e inclusione, per alzare l’attenzione anche a livello nazionale”, ha detto la sindaca Sara Funaro, presentando la delibera che regolerà questa iniziativa.
“Lo abbiamo fatto anche con il registro delle unioni civili – ha aggiunto – la nostra città ha sempre portato avanti battaglie di civiltà che poi si sono trasformate in atti concreti e l’auspicio è poter essere apripista anche stavolta in questa direzione”. La prima cittadina presenterà la proposta al ministro dell’istruzione Giuseppe Valditara, in città per la fiera Didacta.
Cosa prevede lo Ius scholae a Firenze
La legge sulla cittadinanza italiana, attualmente in vigore, prevede che i ragazzi nati nel nostro Paese debbano aspettare 18 anni e poi attendere il riconoscimento dopo aver completato una procedura burocratica. Lo Ius scholae di Firenze è un atto puramente simbolico, che istituisce un registro delle cittadinanze onorarie per i bambini e ragazzi nati in Italia da genitori stranieri, con regolare permesso di soggiorno, che abbiano frequentato le scuole italiane per almeno 5 anni, completando uno o più cicli di istruzione (diploma di scuola media, superiore o professionale).
La procedura online con cui i genitori potranno fare richiesta dello Ius scholae (tramite Spid, CIE e CNS) sarà attivata sul sito del Comune di Firenze dal 25 marzo 2025. Ogni anno sarà pubblicato un nuovo avviso rivolto alle famiglie di minori stranieri.
La cerimonia per la cittadinanza onoraria
Ogni anno, i bambini e i ragazzi che otterranno la cittadinanza onoraria saranno invitati a una cerimonia pubblica per conferire loro il riconoscimento. Questo evento sarà un momento condiviso, viene spiegato nel disciplinare, “in cui le istituzioni comunali e la comunità scolastica incontrano le ragazze e i ragazzi stranieri in possesso dei requisiti previsti, con le loro famiglie, per valorizzare, stimolare e rafforzare il loro percorso d’integrazione in Italia e nella comunità locale e per diffondere i valori e i principi contenuti nella Costituzione italiana”.
“Abbiamo in città ogni anno circa 160 ragazzi che al compimento del diciottesimo anno di età prendono la cittadinanza italiana – ha spiegato la sindaca Funaro – non sono numeri enormi rispetto a quelli dei ragazzi nelle nostre scuole che sono molto più ampi. È la dimostrazione di un Paese che nelle norme è troppo lento rispetto alle esigenze e ai cambiamenti che già ci sono nelle nostre comunità”.