Tante persone si sono ritrovate questo pomeriggio nella piazza teatro, un anno fa, del terribile attentato che costò la vita ai due senegalesi Samb Modou e Diop Mor. Tante persone riunite per dire ancora no, un anno dopo, a violenza e razzismo.
PAPE DIAW. Circa trecento le persone presenti in piazza. Tra loro Pape Diaw, presidente dell’associazione dei senegalesi di Firenze: “Se dopo il nazi-facismo e le persecuzioni razziste della seconda guerra mondiale siamo ancora qui nel 2012 a commemorare due persone uccise perché nere, significa che di quella memoria abbiamo conservato poco – ha detto – Noi siamo qui oggi per ricordare in silenzio, e nel silenzio riflettere, per consegnare ai nostri figli una società più serena”. “Come società civile abbiamo fatto il nostro, ma il resto spetta alla politica. Perché una ferita se non viene curata incancrenisce”, ha aggiunto.
CARTELLI E STRISCIONI. In piazza tanti senegalesi, ma anche italiani. E tanti striscioni e cartelli per ricordare Samb e Diop, per ribadire che quanto successo non deve accedere mai più.
IZZEDIN ELZIR. “Come comunità islamica fiorentina abbiamo preferito restare in seconda fila, sebbene i due ragazzi uccisi appertenessero alla nostra comunità, per fare capire che non è una questione di religione. Dobbiamo lavorare tutti insieme per creare una cultura della condivisione”, ha detto l’imam di Firenze Izzedin Elzir.
SILVANO SARTI. “Un mondo fatto di uomini di una sola ‘razza’ sarebbe una cosa terribile, perchè sono la diversità e le esperienze diverse ciò che ci arricchisce”, ha detto Silvano Sarti, presidente provincia dell’Anpi, che si è poi rivolto al presidente della Repubblica: “Caro Napolitano, te lo chiede un partigiano: dai al più presto la cittadinanza ai ragazzi feriti nella strage”. Cittadinanza che potrebbe arrivare presto.
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Le iniziative: La strage dei senegalesi un anno dopo: ricordi, presidio e concerto / FOTO