mercoledì, 20 Novembre 2024
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Q5 / Viaggio tra i timori dei commercianti

In vista dell'apertura dei cantieri per le linee 2 e 3, sono molti i timori circa i problemi che la cantierizzazione comporterà per Firenze e per il quartiere 5, soprattutto tra gli esercenti.

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In vista dell’apertura dei cantieri per le linee 2 e 3, sono molti i timori circa i problemi che la cantierizzazione comporterà per Firenze e per il quartiere 5, soprattutto tra gli esercenti.

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“I DANNI SONO UNA CERTEZZA”. Uliano Ragionieri, presidente di Confesercenti Firenze, non sembra troppo ottimista: “I danni per i commercianti sono una certezza”. “Rassicurazioni sul rispetto dei tempi sono arrivate dall’assessore Mattei, ma – prosegue Ragionieri – questa volta la tempistica non può essere l’unica sicurezza: Confesercenti è in trattativa con l’amministrazione per un sostegno economico concreto a chi ha un’attività nelle zone interessate dai cantieri”.

LA STRETTOIA. Tra i molti che dovranno fare i conti con i cantieri per i prossimi anni, alcuni presentano casi più difficili di altri. Uno di questi è il tratto a senso unico di via di Novoli, costeggiato sulla sinistra da un ex convento di monache, la cui parete frontale è protetta da vincolo paesaggistico per le pietre d’Arno che la compongono. L’ex convento sporge sulla strada tanto da creare una strettoia, un imbuto in cui il traffico si incanala nelle ore di punta.

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IL PROGETTO. Secondo il progetto attuale della linea 2 proprio quella strettoia sarà occupata per circa 7 metri dal doppio binario del tram. I limiti del cantiere sono già visibili sul marciapiede: rimarrà uno spazio libero di circa un metro, quindi pedonale. Cosa ne sarà dei circa venti esercizi che si susseguono in quel tratto di strada è tutto da vedere.

I COMMERCIANTI. Per questo motivo, gli esercenti della strettoia sono uniti: “Se non ci vengono date garanzie, faremo le barricate”. “Abbiamo famiglie da mantenere – spiega Giuseppe Greco della moto officina – e chiediamo che l’amministrazione ci spieghi in che modo continuare a farlo. Siamo disposti a trattare, qualcuno di noi perfino a cambiare attività e a ricevere un’agevolazione per un altro posto di lavoro”.

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