Il ritorno della tazzina fumante al bancone, della cena fuori e dalla pizza al tavolo. Il 18 maggio ha sancito l’apertura di bar e ristoranti dopo 70 giorni di lockdown, ma in tanti non hanno ancora tirato su il bandone, perché le regole previste dalle linee guida e dal protocollo per la riapertura in tempo di Covid sono tante, dalla distanza tra tavoli ai cartelli per i clienti.
Rispetto alle prime indicazioni contenute nel documento redatto dall’Inail e dall’Istituto superiore di Sanità, l’esecutivo, nel decreto sulla “fase 2 bis”, ha rivisto le disposizioni che riguardano tutto il mondo della ristorazione che conta 1,2 milioni di lavoratori in Italia: trattorie, pizzerie, ristoranti, self-service, bar, caffetterie, pub, pasticcerie, gelaterie, rosticcerie e attività di catering. Le Regioni possono poi decidere disposizioni più restrittive rispetto a quelle nazionali.
Linee guida Covid: la distanza tra i tavoli per bar e ristoranti
Non più due metri, ma un solo metro: è questa la distanza minima di sicurezza da rispettare nei bar e nei ristoranti (tra i tavoli e tra le sedute, come tra i vari clienti) secondo le linee guida del governo. Questo distanziamento può essere ridotto solo se vengono installate delle barriere fisiche, come ad esempio dei divisori in plexiglass che impediscono la diffusione delle goccioline di saliva, potenziali veicolo del coronavirus. Dove possibile, va privilegiato l’uso di tavoli all’aperto.
Nei locali che hanno posti a sedere, come i ristoranti o le trattorie, non possono essere presenti più persone delle sedute disponibili ed è consigliato l’accesso su prenotazione, mantenendo l’elenco dei clienti per 14 giorni in modo da favorire un’eventuale tracciamento nel caso di contagi da coronavirus.
E il caffè al bancone si può prendere? Sì, è possibile consumare al bancone di un bar o di un’attività di ristorazione, dicono le linee guida anti-Covid, ma deve essere assicurata la distanza tra le persone di almeno un metro. In caso contrario non è possibile farlo.
Linee guida per l’apertura di bar e ristoranti: mascherina anche al bar o al ristorante
In più punti della sala vanno messi a disposizione prodotti igienizzanti, come gel disinfettanti per le mani, soprattutto all’entrata e vicino ai bagni, da pulire di frequente. In più cartelli in bar e ristoranti per informare i frequentatori dei locali, anche in altre lingue, sulle misure anti-coronavirus. Potrà inoltre essere rilevata la temperatura corporea all’ingresso con termoscanner, per impedire l’accesso alle persone con più di 37,5 gradi.
I clienti potranno non indossare la mascherina solo quando consumeranno il pasto o le bevande, negli altri momenti resta l’obbligo di mettere questo dispositivo di sicurezza, ad esempio per andare a pagare alla cassa (dove possono essere previste delle barriere separatorie), per raggiungere il proprio tavolo o fare la fila per il bagno. Si raccomanda poi di favorire il pagamento del conto con carta e bancomat, meglio se direttamente al tavolo.
Mascherina obbligatoria inoltre per i cuochi, per chi lavora in cucina, dietro il bancone, per i camerieri (che devono igienizzare le mani prima di ogni servizio) e per chi sta alla cassa. Quando i clienti lasciano i tavoli, le superfici devono essere igienizzate.
Cornavirus: addio all’apericena a buffet
Visto l’alto rischio di diffusione del coronavirus, viene bocciata ogni possibilità di fare buffet: no quindi ai rinfreschi, alle cene e agli aperitivi con tavole imbandite pieni di cibi a disposizione di tutti.
Le linee guida invitano poi a mettere a disposizione il menu su lavagne, oppure online grazie a siti e app o ancora su fogli monouso, da buttare via una volta consultati dai clienti. No anche alla consultazione dei giornali al bar.
Gli allegati del decreto, con le linee guida per bar e ristoranti (pdf)
Sul sito del governo è possibile scaricare gli allegati (in pdf) del decreto del 17 maggio sulla fase 2, con tutti i protocolli di sicurezza per i vari settori interessati dalla riapertura.