E’ stata sgomberata ieri la palazzina di via Slataper, a Rifredi, che era occupata dal 2011 e dove avevano trovato rifugio circa 150 migranti tra somali ed eritrei richiedenti asilo. Tra loro anche donne e bambini. All’operazione, decisa lunedì scorso dal Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza (Cosp) insieme a Prefetto, Questore e Carabinieri, hanno partecipato la Digos, la Polizia, la Polizia municipale, la Protezione civile, gli operatori delle varie cooperative sociali cittadine, gli assistenti sociali e gli operatori della Direzione Servizi sociali del Comune. Questi ultimi – viene spiegato – hanno gestito insieme alla Polizia municipale tutta la fase dell’accoglienza delle persone allestendo alcuni gazebo sul posto: dall’identificazione alla composizione dei nuclei familiari fino all’individuazione della destinazione e all’ascolto delle richieste degli occupanti.
LO SGOMBERO
Lo sgombero, che si è svolto nel corso della giornata, iniziando alle 7 e concludendosi alle 18, è stato finanziato nell’ambito di un progetto della Regione Toscana ed è stato gestito dal Comune in collaborazione con le cooperative cittadine. “Siamo molto soddisfatti per essere riusciti a effettuare la fuoriuscita delle persone dalla palazzina senza l’uso della forza – ha detto l’assessore all’Accoglienza e all’integrazione Sara Funaro – e a concordare con ognuna percorsi di accoglienza. Non c’è stata nessuna forma di resistenza da parte degli occupanti, i quali sono tutti usciti dalla palazzina volontariamente”. “Quando le operazioni si concordano e si decidono per tempo e c’è la collaborazione tra tutte le Istituzioni e i soggetti coinvolti i risultati sono buoni – ha aggiunto l’assessore -. In questo caso, poi, siamo facilitati dal contributo della Regione”.
ACCOGLIENZA
Alla fine delle operazioni di fuoriuscita delle persone dalla palazzina di quattro piani, di proprietà di una società privata, il Comune ha dato accoglienza a 192 persone, che sono state trasferite in autobus nelle varie strutture di accoglienza cittadine: 100 alla foresteria Pertini, 37 all’Albergo popolare, 15 in accoglienze ordinarie e 40 in percorsi di inclusione concordati precedentemente. Sia la foresteria Pertini che l’Albergo popolare – viene sottolineato – sono due soluzioni temporanee. “Siamo molto contenti perché siamo riusciti ad accogliere tutti e nessuno è rimasto per strada – ha aggiunto l’assessore Funaro -. Le persone rimarranno nelle due strutture per il tempo necessario a individuare dei percorsi individuali di inclusione”.
VIA SLATAPER
Una volta terminato il lavoro degli operatori della Direzione Servizi sociale, è iniziato il lavoro della Digos, che ha verificato che la struttura fosse vuota, e della ditta incaricata di chiudere e mettere in sicurezza l’immobile. Quando tutte le persone hanno lasciato la palazzina, l’assessore Funaro si è recata prima in via Slataper e poi alla foresteria Pertini (nella foto) per incontrare le persone accolte e ringraziare gli operatori.