domenica, 22 Dicembre 2024
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San Lorenzo il giorno dopo l’agguato: bancarelle ”a lutto” / FOTO

Per il quartiere di San Lorenzo è una giornata silenziosa e surreale. Tutti i banchi sono stati montati come sempre all'alba ma sono tutti chiusi.

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Per il quartiere di San Lorenzo è una giornata silenziosa e surreale. I banchi sono stati montati come sempre all’alba ma sono tutti chiusi e tutti hanno un foglio appeso che dice: “No al razzismo, chiusi per solidarietà ai colleghi rimasti vittime in piazza Dalmazia e San Lorenzo”. Nessun rumore, poche chiacchiere e tanto dispiacere, il giorno dopo l’uccisione di due senegalesi e il ferimento di altri tre africani per mano di Gianluca Casseri.

10 MINUTI DI SILENZIO. Il sindaco Renzi ha proclamato per oggi il lutto cittadino, oltre che dieci minuti di silenzio alle 12, la stessa ora del primo agguato razzista. A mezzogiorno tutti i commercianti di San Lorenzo e della città hanno spento le luci, abbassato i bandoni e smesso di servire i clienti. Oltre ai banchi, molti negozi della via centrale sono rimasti chiusi, mentre centocinquanta commercianti hanno spedito fiori al consolato del Senegal, chiuso per lutto. Le attività all’interno del mercato hanno tutte rispettato i dieci minuti di silenzio.

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LA TESTIMONIANZA. “Oggi c’è tanta desolazione, tristezza e dispiacere – dice Simone, dipendente della tavola calda vicino al mercato centrale – era dal 2006 che non si vedeva un atto di razzismo così folle in questo quartiere. Lì per lì non ci siamo resi conto di ciò che accadeva – prosegue – gli spari li abbiamo sentiti, ma pensavamo fossero petardi: poi la gente ha iniziato ad urlare, tutti fuggivano e quando nel panico generale è arrivata la polizia abbiamo capito. Una scena da film, ancora non riusciamo a credere che sia davvero successo”.

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Foto di Carolina Natoli

MERCATO CENTRALE. “Con questa crisi che c’è in giro, dove non si trova lavoro, purtroppo sono i più deboli che ne pagano le conseguenze – afferma Francesco, panettiere del mercato centrale – ho lavorato in Svizzera e Canada, so come ci si sente ad essere straniero in un paese che non è il tuo, ma mai ho assistito ad un atto così vergognoso”.

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“RAZZISMO, COSA DI ALTRI TEMPI”. E’ la comunità africana la prima a piangere le vittime. “Sono diversi anni che sono qui, gli italiani con me sono stati sempre molto buoni, credo che noi senegalesi ci siamo integrati bene nel sistema – racconta Cheikh, un ragazzo senegalese in Italia dal 2004, che lavora come vigilante in alcuni negozi – arrivare a sparare ad un nostro connazionale è bruttissimo, per fortuna siamo un popolo civile e non faremo altro che manifestare con cortei per sfogare la nostra rabbia. Speriamo non capitino più cose del genere, il razzismo è una cosa vecchia e di altri tempi”.

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