mercoledì, 20 Novembre 2024
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Scuola, il Pd si mobilita

Il Partito Democratico della Toscana si mobilita contro i provvedimenti presi dal Governo sulla scuola. Lunedì 15 settembre, primo giorno di scuola, è previsto un volantinaggio davanti agli istituti della Toscana.

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La riduzione di 87mila insegnanti, la prospettiva che con i tagli non possa più essere garantito il tempo pieno e vengano chiuse le scuole nei piccoli centri, il maestro unico, il disinvestimento sulla scuola pubblica con una decurtazione di fondi per 8 miliardi di euro: sono i punti principali di critica del PD al decreto legge 137 del ministro Gelmini, illustrati oggi in conferenza stampa dal segretario regionale del PD Toscano, Andrea Manciulli (nella foto), e dalla responsabile scuola dell’esecutivo, Daniela Pampaloni.

Argomenti che il partito toscano, insieme ai giovani di “Generazione Democratica”, vuole portare davanti alle scuole, nel giorno della riapertura, lunedì 15 settembre. Al suono della prima campanella e all’uscita della mattinata, davanti alle scuole superiori della regione, studenti, dirigenti del PD, ma anche maestri e professori, distribuiranno volantini contro i tagli del governo e i comitati dei genitori saranno impegnati per elementari e medie. Questa iniziativa, partita in modo autonomo dalla Toscana, trova un contesto nazionale in cui inserirsi con la campagna lanciata dal partito che prevede presìdi davanti alle scuole il 26 e 27 settembre e iniziative nei territori il 29, alle quali la Toscana sta già lavorando.

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E sempre lunedì, a partire dalle 14.30, il PD toscano ha organizzato gli stati generali della scuola nella sala “Affreschi” del consiglio regionale a Firenze, con l’assessore toscano all’istruzione Gianfranco Simoncini, gli insegnanti, i dirigenti scolastici, i sindacati e i genitori, per discutere del decreto e delle iniziative da mettere in campo. Anche sui territori sta partendo la mobilitazione: sabato 13 settembre, alle 18, presso la Festa Democratica alle mura medicee di Grosseto, il forum “cultura e istruzione” del PD locale organizza un dibattito sul tema.

“Il tempo pieno in particolare è un servizio fondamentale: questo governo si è presentato agli elettori come il paladino della famiglia – dice Andrea Manciulli -. Ma come si può pensare di incoraggiare la crescita demografica se si diminuiscono i servizi che permettono ai genitori, e in particolare alle donne, di andare al lavoro e sostenere la famiglia? E’ poi preoccupante il disinvestimento sulla scuola pubblica, da sempre fiore all’occhiello dell’Italia in Europa e non solo. Con questi tagli si impoverisce la qualità dell’istruzione statale per aprire la strada a quella privata. Così  solo chi sarà in grado di pagare una scuola privata potrà garantire una buona formazione ai propri figli: una disparità che ci riporta indietro di secoli”.

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“Il decreto c’è e va modificato in Parlamento. La Gelmini e Tremonti non possono andare a risparmiare sul futuro dei giovani. Non  ha nessuna logica pensare che per far quadrare i bilanci si taglia l’orario della scuola e il numero degli insegnanti  – dice Daniela Pampaloni -. A fronte di questi danni alle fondamenta del sistema dell’istruzione, il ministro Gelmini si preoccupa di creare una ‘scuola seria e rigorosa”’e reintroduce il voto in condotta che vale nella valutazione finale dei ragazzi: ma chi lavora nella scuola sa che, per i ragazzi difficili nel comportamento, non serve brandire lo spauracchio del cinque in condotta e la bocciatura conseguente”.

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