Obbligo di quarantena “breve” per chi fa spostamenti tra regioni, dopo l’apertura dei confini del 3 giugno. È una delle ipotesi sul tavolo del governo Conte in vista dello sblocco della mobilità interregionale previsto per mercoledì: a pesare sulla scelta è soprattutto la situazione di Lombardia e Piemonte, le due regioni in cui si regista il numero maggiore di positivi al coronavirus in Italia.
La decisione sull’ok o sullo slittamento in avanti della libera circolazione tra regioni sarà presa durante il weekend dal Consiglio dei Ministri.
Coronavirus, quarantena per chi rientra dal Nord? “No alle distinzioni”
Escluso però un trattamento differenziato a seconda della zona d’Italia in cui ci si muoverà, le regole saranno uguali per tutti, ha tenuto a precisare il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia durante l’audizione davanti alla Commissione Federalismo fiscale della Camera: “Se tutte le Regioni ripartono – ha detto – ripartono senza distinzioni sul profilo dei cittadini di ogni regione”.
Stando a questa linea, sembra improbabile quindi che si possa prevedere ad esempio una quarantena per chi rientra dal Nord, ma i giorni di isolamento – se introdotti – dovranno valere per tutti i cittadini che si sposteranno da una regione all’altra.
L’ipotesi: mini-quarantena per gli spostamenti tra regioni
Ancora non c’è niente di deciso e con tutta probabilità il premier Giuseppe Conte sarà l’ago della bilancia tra chi preme per rimandare la riapertura di almeno una settimana (come il Comitato Tecnico Scientifico), chi vuole la ripartenza subito in tutta Italia e alcuni governatori delle Regioni del Sud, come Sardegna e Sicilia, che chiedono limitazioni agli spostamenti per evitare di importare con il turismo casi positivi al coronavirus in territori a basso contagio. Esclusa al momento l’idea di un passaporto sanitario o di test sierologici per viaggi tra le regioni: “non è costituzionale”, ha detto lo stesso ministro Boccia.
Per confermare l’apertura dei confini interregionali il 3 giugno, ma concedendo qualcosa ai più “integralisti” una delle ipotesi al vaglio è quella di introdurre l’obbligo di una mini-quarantena, non 2 settimane ma 4-5 giorni, per tutti coloro che compiono spostamenti tra regioni. Un isolamento breve che avrebbe la funzione di diminuire il rischio, ma senza l’introduzione di test sierologici, patenti di immunità, certificazioni di negatività o passaporti sanitari.
Anche su questo aspetto si è divisi: la quarantena per gli spostamenti potrebbe essere un boomerang per il turismo e ci sarebbe poi il problema dell’apertura dei confini nazionali da e per l’estero. L’isolamento dovrebbe scattare anche per i turisti esteri o per gli italiani che trascorreranno le vacanze fuori dal Belpaese? I più scettici sono i tecnici: attualmente il periodo di incubazione del coronavirus è stimato – dice il Ministero della Salute – tra i 2 e gli 11 giorni fino a un massimo di 14, imporre una quarantena più breve avrebbe quindi poco senso dal punto di vista epidemiologico.