L’Università di Pisa guadagna 55 posizioni nella classifica QS World University Rankings.
IL METODO E IL MERITO. Il QS World University Rankings è un’agenzia che dal 2004 stila annualmente la classifica dei migliori atenei del mondo. I criteri su cui basa questa analisi sono la qualità della ricerca, gli indici di occupabilità dei laureati, il numero di citazioni e l’impegno profuso a favore dell’internazionalizzazione. L’agenzia, dopo aver stilato la classfica complessiva, compila anche la classifica delle aree disciplinari in cui Pisa risulta 131° nelle Scienze Naturali, 156° nelle “Arts and Humanities”, 232° nelle Life Sciences e Medicina e 247° in Ingegneria e Tecnologia, e delle singole materie dove Pisa è prima in Italia e 42° nel mondo in “Fisica e Astronomia”.
LA CLASSIFICA. L’Università di Pisa si colloca nella classifica del QS World University Rankings al 259° posto nel mondo, e al 5° posto in Italia, dietro Bologna, la Sapienza di Roma, il Politecnico di Milano e Milano. In questa classifica mondiale gli atenei italiani presenti sono 26 nella top400. Con le sue 55 posizioni guadagnate in un anno, dal 2012 al 2013, Pisa risulta l’ateneo italiano maggiormente progredito.
IL COMMENTO. Gli Atenei italiani nel 2013 registrano, nel complesso, un trend di crescita positivo a livello mondiale. Per questo Ben Sowter, direttore della QS Intelligence Unit, ha affermato: ”Nonostante la crisi economica, l’Italia è un Paese dove esistono eccellenze straordinarie nell’ambito dell’insegnamento e della ricerca universitaria. Per essere fortemente competitiva l’Italia deve dotarsi di un ‘sistema paese’ che sostenga la genialità e il talento, incrementi e razionalizzi gli investimenti nella ricerca”. Per Sowter, quindi, per evitare la cosidetta e ormai nota fuga di cervelli, bisogna puntare tutto sul capitale umano, che è la vera ricchezza, perchè ”il Paese sta perdendo una generazione di ricercatori per la scarsità delle risorse e la precarietà dei percorsi di carriera”.
LA PROPOSTA. Nelle scorse settimane il rettore Massimo Augello ha lanciato la proposta della convocazione degli Stati generali dell’Università proprio per affrontare in maniera sistematica le questioni che limitano le potenzialità del sistema universitario italiano. Secondo il rettore ciò deve servire come spunto per un momento di confronto e riflessione per porre con forza questo tema all’attenzione dell’opinione pubblica e per chiedere che esso diventi con urgenza grande “questione nazionale”.