Da strada buia e degradata a piccolo “borgo” fiorito, luogo d’incontri e socializzazione. Una trasformazione radicale, avvenuta soprattutto grazie all’impegno, alla passione e alla cura dei suoi residenti. È questa la curiosa storia di vicolo del Barbi, una stradina stretta e poco conosciuta che, non lontana dal Parterre, collega oggi via Bolognese a via Faentina.
PRIMA PRIVATO, ADESSO DI TUTTI. Un tempo interamente di proprietà della ricca famiglia Barbi, il vicolo diventò pubblico nel 1848, e molti dei suoi palazzi vennero messi in vendita. Da allora e fino agli anni ’80 del Novecento, per varie vicende, la via è scivolata in una condizione di forte degrado, “accogliendo” al suo interno anche spaccio di droga e prostituzione.
IL RECUPERO. “Io vivo qui dal 1983 – racconta Vincenzo Caccamo, 67 anni, vero e proprio “custode” del vicolo – e so che prima era una specie di ‘casba’, un ghetto, non ci entrava nemmeno la polizia”. In tempi più recenti, finalmente accantonati i problemi più gravi, i residenti hanno iniziato a investire le proprie forze per dare un volto nuovo alla strada, ancora lontana dall’essere davvero “vivibile” e sempre più spesso invasa da auto, scooter e biciclette abbandonate. “
SOLO PEDONI. A volte non era possibile neppure uscire dal portone di casa, tanto erano parcheggiati a ridosso delle abitazioni”, racconta ancora Caccamo, che nel vicolo ha anche la sua falegnameria. Dai tetti al sistema fognario, dall’illuminazione al manto stradale, numerosi sono stati, nel corso degli anni, gli interventi richiesti e apportati all’area. La vera e propria svolta nella storia di questa piccola strada è però stata segnata dalla nascita del Comitato Parterre, un raggruppamento di circa duecento cittadini, commercianti e artigiani che, dal giugno 2010, si batte per la tutela e il decoro della zona compresa fra il Parterre, piazza della Libertà e il giardino dell’Orticoltura.
EVENTI. “Sono entrato a far parte del consiglio direttivo del Comitato – continua Caccamo – e, forte del sostegno di altri residenti, ho iniziato a raccogliere firme per richiedere al Comune l’istituzione di un divieto di sosta 0-24 con rimozione forzata, ottenuto nel marzo del 2011”. Interamente off limits ai veicoli, il piccolo vicolo “rinato” ha iniziato così ad accogliere sempre più frequentemente eventi culturali, come mostre di fotografia e pittura, e occasioni d’incontro e socializzazione, come cene in strada, musica e spettacoli per i più piccoli. “Anche se non sono mancate alcune polemiche, da quando la via è stata ‘pedonalizzata’ ci conosciamo tutti – conferma un’altra residente – e ognuno di noi si impegna ogni giorno per abbellirla in qualche modo. Decisamente un modello da esportare”.
LE IMMAGINI DELLA VITA NEL VICOLO.
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