Ascanio Celestini sbarca con “Pro Patria” al teatro Dante di Campi Bisenzio: l’appuntamento è giovedì 1° e venerdì 2 marzo alle 21.
LO SPETTACOLO. Dopo anni di spettacoli e un vastissimo successo, ottenuto anche attraverso il cinema, i libri e le tante partecipazioni televisive a programmi come Parla con me, Fratelli e Sorelle d’Italia e Show must go off, è ormai chiaro che cosa sia il teatro per Ascanio Celestini: il luogo più adatto per portare tra la gente una possibilità di pensiero, di confronto, per tornare a riflettere su momenti chiave della nostra storia senza mai dimenticare gli aspetta umani , individuali e sociali di certi avvenimenti. Pro Patria, l’ultimo spettacolo di Celestini, arriva ora al teatro Dante: un monologo di 100 minuti, tra un carcerato e Giuseppe Mazzini, che celebra il 150° dell’Unità d’Italia e affronta i temi della giustizia e del Risorgimento, dove il narratore costruisce uno scomodo ponte fra l’epopea risorgimentale e le storie di ordinaria malagiustizia. In Pro Patria, Celestini vuole ricucire i fili della storia del nostro paese, ritrovando quella scintilla intellettuale e politica che ha dato vita a un’esperienza lunga e dolorosa, un percorso che ha coinvolto uomini e donne uniti da un grande ideale: fare l’Italia. I morti e gli ergastolani hanno una cosa in comune, non temono i processi. I morti perché non possono finire in galera. Gli ergastolani perché dalla galera non escono più.
IL DETENUTO E MEZZINI. “Chi ruba una mela finisce in galera anche se molti pensano che rubare una mela è un reato da poco. e chi ruba due mele? Chi ne ruba cento? quando il furto della mela diventa un reato? C’è un limite? C’entra con la qualità della mela?La legge è uguale per tutti e i giudici non si mettono a contare le mele. la statua della giustizia davanti al tribunale ha una bilancia in mano, ma entrambi i piatti sono vuoti. non è una bilancia per pesare la frutta” (Ascanio Celestini). Sono le parole di un detenuto che sta scrivendo il discorso. Un discorso importante nel quale cerca di rimettere insieme i pezzi della propria storia, ma anche di una formazione politica avvenuta in cella attraverso i tre libri che l’istituzione carceraria gli permette di consultare. Chiede aiuto a Mazzini. Un Mazzini silenzioso e sconfitto. “Quand’è che l’avete capito che era finita, Mazzini? Quando finisce la rivoluzione? Finisce a Roma nel ’49 con la fine della repubblica? O con le insurrezioni degli anni ’50? Con le impiccagioni e le fucilazioni di Belfiore che faranno guadagnare a Francesco Giuseppe il soprannome dell’impiccatore? Con l’insurrezione di Milano del ’53? Quando è che avete pensato “siamo sconfitti”, Mazzini?” (Ascanio Celestini).
LE STORIE. Narratore puro, Ascanio Celestini si è imposto con grazia parlando di storie di semplici, di popolani, di lavoratori, di malati di mente. Il suo nuovo lavoro resta coerente con questa ispirazione, pur proiettandosi nella Storia con la esse maiuscola.
INFORMAZIONI E BIGLIETTI. Info: Teatro Dante, piazza Dante, Campi Bisenzio (FI) telefono 055. 8979403. Sito: www.teatrodante.it. Biglietti da 9 a 24 euro.