Il lavoro, cominciato circa un anno fa nei laboratori della Fortezza, sta procedendo ad un ritmo incalzante e verrà presumibilmente terminato entro maggio del prossimo anno. La ricollocazione nella sua sede naturale, la chiesa di San Zeno Maggiore a Verona, è programma per il 21 maggio 2009, in occasione della festa del Santo e dei 550 anni dalla sua realizzazione.
Si tratta, come afferma Marco Ciatti, direttore del settore di restauro dei dipinti mobili dell’Opificio di “un intervento molto graduale, ispirato alla minima invasività possibile” ma indispensabile, perchè la Pala presentava numerosi problemi conservativi che, non risolti, avrebbero causato danni maggiori. Il restauro ha interessato sia la superficie pittorica che il supporto ligneo e la cornice decorata, queste ultime mai trattate prima d’ora.
Per meglio eseguire le indagini diagnostiche ed il restauro, la Pala è stata suddivisa in 14 parti: tre tavole dipinte, tre scene della predella inframmezzate da paraste intagliate, la struttura lignea della predella, un architrave, il frontone diviso in due, le quattro semi-colonne.
Dall’inizio del restauro ad oggi, per quanto riguarda la struttura lignea delle tre tavole dipinte, si è provveduto al suo completo risanamento. Resta da realizzare un’importante operazione, definita di “conservazione preventiva” e cioè una doppia scatolatura posteriore in grado di limitare notevolmente lo scambio d’umidità tra il supporto e l’ambiente, stabilizzando così il movimento delle tavole. Successivamente saranno rimontate le tre tavole nella grande cornice e a quel punto l’intera parte posteriore sarà oggetto di una seconda scatolatura con le stesse caratteristiche della prima.
La superficie pittorica che presentava alcune sofferenze – scarsa adesione del colore in alcune parti, alterazione dei vecchi ritocchi pittorici e delle vernici degli ultimi restauri – è stata per più della metà ripulita. Secondo il principio del “minimo intervento” adottato per questo restauro, si è trattato di una “pulitura leggera” che però ha permesso un notevole recupero della trasparenza e della nettezza del colore. Già da oggi è evidente una maggiore leggibilità dell’opera che appare basata su una minuziosa resa dei dettagli ed un complesso gioco cromatico. Il restauro ha inoltre messo in evidenza che è proprio l’eccellente qualità tecnica con cui il Mantegna realizzò la Pala ad averle permesso di passare quasi indenne cinque secoli di complesse vicende storiche e i precedenti restauri, alcuni dei quali molto invasivi.
Infine per quanto riguarda la grande cornice lignea decorata, terminati i lavori di risanamento strutturale e di completamento di alcune piccole parti mancanti, si è proceduto alla pulitura, rimuovendo vasti rifacimenti effettuati con materiali non idonei rispetto alla qualità dell’insieme. E’ attualmente in corso la delicata fase di stuccatura delle lacune che sarà seguita dalla reintegrazione.