lunedì, 18 Novembre 2024
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Recensione Album Caparezza “Il sogno eretico”

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Eccolo il nuovo album di Caparezza, atteso dopo tre anni di silenzio dall’ultimo Le dimensioni del mio caos.

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Ci si aspettava che il cantate pugliese tornasse carico e lui, dall’inconfondibile capigliatura, non ha tradito le attese.

Il Sogno Eretico propone sedici tracce che sono un inno, un manifesto, contro il piattume culturale a cui assistiamo, ma anche una grandiosa dichiarazione d’amore verso una certa Italia e certi italiani.

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I temi sono dei più attuali, ma riescono a far capo e leva a grandi personaggi storici che dovrebbero farci da esempio per la loro caratura morale. Una caratura che spesso li ha portati alla morte, finendo nelle mani del boia. Ed ecco spiegata la figura minacciosa presente nei mini-filmati intitolati ‘The Boias’ che hanno anticipato la messa in onda del primo singolo tratto dall’album, Goodbye Malinconia al fianco di Tony Hadley, leader degli Spandau Ballet.

L’idea del rapper pugliese è quella di scuotere il senso critico di chi lo ascolta spaziando in diversi generi musicali dal reggae all’hip hop, all’hard rock alla canzone medioevale che diventa a tratti canzonatura.

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Chi se ne frega della musica? È questo il brano che apre l’album e fin dall’inizio è chiaro che Caparezza vuole denunciare come ci sia nell’ambiente musicale, e non solo, una pesante ipocrisia. I testi sono i suoi veri cavalli di battaglia con cui, senza troppo girarci intorno, colpisce i propri bersagli con la giusta dose di cattiveria, senso critico e ironia.

Ecco la canzone per Berlusconi Legalize the premier, ma anche la svolta surreale de La marchetta di Popolino e quella rock in Kevin Spacey ( se non avete presente la sua filmografia ci penserà Caparezza a darvi una rinfrescata) e Metti in moto.

Il cantante svolta ancora verso il cantautorato con Non siete stato voi.

Il messaggio che ci arriva è di un italiano che si sente spaesato, ma è tanto lucido da vedere la propria patria senza paraocchi e si preoccupa per le sue sorti. Tanto da sperare e chiedere consiglio a Danton per far nascere una rivoluzione che sia di uomini e di persone, ma anche di idee ne La Ghigliottina.

Caparezza si conferma quindi rapper poco ortodosso nel termine, non interessato a fare il bad-boy all’americana, ma disposto a riconoscere le basi da cui creare cambiamento, a capire che i superpoteri non sono in mano ai potenti, ma agli operai.

Un sussulto, un grido, una denuncia per ricordarci che “la situazione è più grave di un basso tuba”.

Ovvio dire quindi che questo ritorno non delude e che Caparezza si dimostra un buon eretico. Avanti così!

 

Concerto Caparezza a Firenze

23 marzo

Teatro Sashall ore 21.30

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