Rinviata causa maltempo lo scorso 7 marzo, l’iniziativa è organizzata dall’Istituto e Museo di Storia della Scienza, l’Opera per Santa Maria Novella e l’Istituto Geografico Militare con il contributo della Provincia di Firenze. Responsabili Filippo Camerota (Imss), Roberto Lunardi (Opera) e Simone Bartolini (IGM). I modelli sono realizzati da Gianni Miglietta.
Tra il 1572 e il 1575, Danti installò tre strumenti astronomici sulla facciata di Santa Maria Novella: un grande quadrante con orologi solari, un’armilla equinoziale, e un foro gnomonico per una meridiana a camera oscura. Questi strumenti avevano lo scopo di favorire nuovi calcoli astronomici destinati al progetto di riforma del calendario giuliano che avrebbe dovuto ristabilire definitivamente la data liturgicamente esatta della Pasqua e delle annesse feste mobili.
Danti era convinto che i problemi dell’epoca, relativi al calendario, richiedessero una revisione completa di ciò che si conosceva sui movimenti del Sole. Favorito dal mecenatismo di Cosimo I de’ Medici, sostenitore del progetto di riforma poi attuato da Gregorio XIII, Danti spese i suoi ultimi anni fiorentini nella costruzione di questo monumento di astronomia.
Lo gnomone fu progettato nel 1575 ma Danti non riuscì a portare a termine il tracciamento della linea meridiana sul pavimento della Basilica. Aprì solo il foro gnomonico, prima sulla vetrata del rosone, poi sulla facciata della chiesa, assai più in alto, praticando due aperture anche sulla volta interna in modo da lasciar passare il Sole solo durante gli equinozi e il solstizio d’inverno.