Allarme professionisti a Firenze e provincia. Secondo i firmatari del patto per il lavoro e lo sviluppo con istituzioni, imprese e parti sociali, mancano almeno 12mila lavoratori. Le categorie si sono ritrovate a Palazzo Medici Riccardi, manifestando preoccupazione per queste posizioni difficili da reclutare. Preoccupazione e la conseguenza è semplice: tanti problemi a livello economico.
Lavoro a Firenze: quali professionisti mancano
A livello di professionisti a Firenze e provincia mancano soprattutto informatici, chimici e fisici. Queste tre categorie sono al primo posto di una lista di dieci professionisti che appunto sono introvabili. Seguono tecnici della sanità, dei servizi sociali e del tessile, ma pure medici, farmacisti. E ancora operai specializzati, autisti dei bus. Facile dunque arrivare alla soglia dei 12mila lavoratori introvabili.
Intanto nel primo trimestre di quest’anno sono previste 27mila assunzioni, 1.690 in più rispetto al 2019, l’ultimo anno pre-Covid. La difficoltà di reperimento è altissima: 45,4% (nella rilevazione di 6 mesi fa era al 41%). Per quanto riguarda le figure professionali più richieste nella lista c’è anche il personale non qualificato nei servizi di pulizia e in altri servizi alle persone (10.3%). E poi cuochi, camerieri e altre professioni dei servizi turistici (8,4%). La top 3 è completata da personale di amministrazione, di segreteria e dei servizi generali.
“La svolta con il Pnrr”
Secondo il sindaco Dario Nardella il 2023 può rappresentare un anno di svolta dopo il Covid perché si cominciano i lavori per il Pnrr. E poi, ha sottolineato Nardella, “la congiuntura economica è favorevole all’area metropolitana”. Però “c’è un problema: la domanda e l’offerta nel mondo del lavoro non si trovano”. La mancanza di professionisti a Firenze è un dato che non si può sottovalutare. Secondo il presidente della Camera di commercio di Firenze Leonardo Bassilichi l’incontro organizzato a Palazzo Medici Riccardi serve proprio per mettere insieme le aziende che cercano lavoratori e quei lavoratori che invece non riescono a trovare un’occupazione. È il famoso incrocio tra domanda e offerta da migliorare.