Prima la sconfitta sul campo, con la conseguente eliminazione. Poi la doppia dimissione, annunciata una subito dopo l'altra, del commissario tecnico Cesare Prandelli e del presidente della Figc Giancarlo Abete.
LA SCONFITTA
Non si è fatta mancare nulla ieri l'Italia del calcio, in una giornata che certo non sarà facile dimenticare. Perché nulla è andato per il verso giusto. Sul campo la squadra ha rimediato una sconfitta con l'Uruguay valsa l'eliminazione nella fase a gironi della manifestazione iridata, esattamente come quattro anni fa in Sudafrica. La sconfitta è arrivata con la squadra in dieci uomini dopo la contestatissima espulsione di Marchisio. Agli azzurri sarebbe bastato anche un pareggio per qualificarsi come secondi, ma il gol di Godin ha infranto il sogno di Prandelli & Co.
LE DIMISSIONI
E proprio Prandelli a fine gara ha sorpreso tutti, annunciando a caldo le sue dimissioni. “Sono responsabile del progetto tecnico, e dunque ho annunciato al presidente Abete, al vicepresidente Albertini e al direttore generale Valentini le mie dimissioni. Mi sembra giusto visto il fallimento del progetto”: questo è stato il ragionamento del commissario tecnico, che prima del Mondiale aveva rinnovato il suo contratto fino al 2016.
A CASA
Neanche il tempo di “digerire” le parole di Prandelli, che sono arrivate anche le dimissioni – irrevocabili – del presidente della Federazione Abete. L'Italia torna dunque a casa anzitempo e – soprattutto – senza troppe certezze. Ora c'è da ripartire, ma prima bisognerà dimenticare un Mondiale sbagliato.