Nella zona sud di Firenze si trova Arcetri, piccolo borgo che diede asilo a Galileo Galilei durante il suo confino. E proprio qui sorge l’osservatorio, appartenente all’Istituto Nazionale di Astrofisica. Una vera e propria eccellenza nel campo della ricerca e dell’innovazione, diretto da un’altra eccellenza italiana, Sofia Randich. Esperta della Via Lattea, l’astrofisica fiorentina dallo scorso gennaio è alla guida dell’Osservatorio di Arcetri, prima donna a svolgere questo incarico.
Quali sono i progetti o studi attuali che sta facendo?
I miei studi attuali si svolgono in gran parte nell’ambito di quella che si chiama “Archeologia Galattica”, ossia l’indagine della formazione ed evoluzione della Via Lattea, la galassia all’interno della quale viviamo, attraverso lo studio delle stelle che ne fanno parte. Così come la storia della vita sulla terra e delle civiltà viene studiata attraverso i reperti archeologi, le proprietà delle stelle, in particolare i loro moti nello spazio, le loro età, e la composizione chimica, ci forniscono informazioni cruciali su come si è formata ed è evoluta la Galassia.
L’Osservatorio di Arcetri è un centro di eccellenza dell’Astrofisica. Sono previste attività aperte al pubblico?
Assolutamente sì. Organizziamo con cadenza regolare incontri e conferenze sia ad Arcetri, che in altre sedi, che nelle scuole. Queste mese ci sarà la Settimana dell’Astronomia, durante la quale si svolgeranno incontri e conferenze e la “Bambineide” un pomeriggio dedicato ai bambini, che si articola lungo un percorso ludico-didattico, con lo scopo di stimolare la loro curiosità per i fenomeni della natura e del cielo.
Quale consiglio rivolgerebbe a un giovane astrofisico?
Di essere determinato e curioso, disponibile a “re-inventarsi” e a mettersi ingioco, ma anche di divertirsi e di essere aperto a tutte quelle emozioni che un risultato scientifico, o anche solo contemplare il cielo notturno, può stimolare. A una giovane astrofisica rivolgerei qualche consiglio in più! Direi che si può essere mogli e madri e al tempo stesso astrofisiche di successo; e che, se anche si presentano momenti forse più difficili che per i colleghi uomini, il merito e la gratificazione sono anche maggiori.
Dovesse spiegare ad un bambino l’universo, come lo definirebbe?
Come prima cosa direi che l’universo tanti, tanti anni fa non c’era. C’era solo buio e silenzio. Poi c’è stata una “grande esplosione” che lo ha generato, quasi 14 miliardi di anni fa. Spiegherei poi che l’universo non è solo la terra, il sole, la luna, e il cielo che si ammira la notte, con tutti quei puntini luminosi; l’universo è un grande “contenitore” dove sono presenti centinaia di miliardi di miliardi di altre stelle lontane che non si vedono ad occhio nudo.