C’è una spada di Damocle che pende sulla testa del cinema “Spazio Uno” di Firenze. Uno spettro chiamato sfratto: se non riuscirà a convincere la nuova proprietà del complesso di via del Sole, la storica sala d’essai sarà costretta a spegnere il proiettore, nonostante nel cassetto ci sia un progetto su cui è disegnata una possibile salvezza. Al momento il cinema ha ricevuto una proroga: potrà restare attivo fino al 30 maggio 2018. Dopo questa data il futuro è incerto.
Enel, proprietaria dello stabile, un paio di anni fa ha messo in vendita l’intero edificio, quattro piani per circa 1.500 metri quadri, e solo nelle ultime settimane ha dato notizia di aver trovato un compratore, il cui nome al momento resta top secret. Finora la presenza del grande schermo, e quindi del vincolo di Palazzo Vecchio secondo cui il 60 per cento del cinema deve rimanere tale, aveva scoraggiato molti investimenti.
Lo Spazio Uno vuole “farsi in tre” per non chiudere
Della questione si è interessato anche Palazzo Vecchio. Adesso lo Spazio Uno è in attesa di un incontro con la nuova proprietà, per presentare il suo progetto. L’idea è quella di “farsi in tre” per ottimizzare gli spazi e le spese: ristrutturare e ampliare l’attuale sala, facendola crescere da 150 a 170 posti, aggiungendo altri due schermi a livello terra, con due mini-auditorium da una cinquantina di posti ciascuno e un bar-caffetteria, mentre gli ultimi due piani rimarrebbero liberi, per esempio per appartamenti con un accesso separato rispetto a quello del futuro multisala d’essai.
“Lotteremo fino alla fine – assicura Giuseppe Giuliattini, uno dei due soci del cinema – la nostra attività funziona e ha margini di crescita. Rischiamo di perdere un’altra sala nel centro storico. Non vogliamo che lo Spazio Uno faccia la fine di tutti gli altri cinema fiorentini chiusi: restare abbandonato per anni”.
La storia del cinema di via del Sole
Questa realtà ha una storia che parte quarant’anni fa. Nata negli anni Sessanta come cineclub del dopolavoro Enel, il cinema Spazio Uno ha già attraversato momenti di crisi. Negli anni Novanta dietro al proiettore si sono alternate diverse gestioni che però non sono riuscite a risollevare le sorti del cinema. Il “terzo tempo” della sala è iniziato nel 2002 con due nuovi soci che, nonostante un breve stop nel 2011 per lavori di adeguamento, hanno collezionato dei buoni numeri tra il pubblico di nicchia. Solo tra il 2015 e il 2016 i biglietti staccati hanno fatto un balzo in avanti del 40 per cento.