Il reddito di cittadinanza viene sospeso, e a confermare lo stop è stato l’SMS che l’Inps ha inviato il 28 luglio 2023 a 169.000 famiglie in tutta Italia, 26.000 solo in Toscana: nessuna proroga, se non per rarissime eccezioni. A deciderlo è stato il governo Meloni, che ha rimodulato gli interventi di sostegno economico per le famiglie in difficoltà. Finisce così l’era del sussidio per contrastare la povertà, introdotto 4 anni e mezzo fa dall’esecutivo guidato allora da Giuseppe Conte. E non mancano le polemiche. Nascono però altre agevolazioni. Di fatto il reddito di cittadinanza cambia e si sdoppia: lo sostituisce da una parte l’assegno di inclusione, dall’altra un “rimborso spese” per chi inizierà percorsi di formazione per lavorare, ecco cosa succede e quando.
Quando viene tolto il reddito di cittadinanza
Per le 169.000 famiglie avvisate via SMS dall’Inps, il reddito di cittadinanza finisce, ma quando? L’ultima rata a cui si ha diritto è quella caricata sulla carta Rdc lo scorso 27 luglio 2023: dal 1° agosto il reddito di cittadinanza per sarà sospeso. Questo perché la legge di Bilancio, la prima del governo Meloni, ha previsto un progressiva limitazione dell’agevolazione: nel 2023 lo stop arriva dopo 7 mesi che si percepisce il sostegno, per le famiglie con adulti tra 18 e 59 anni senza figli minori, disabili o over 65. Dunque alcune famiglie, che hanno richiesto più tardi il reddito di cittadinanza, lo percepiranno ancora per qualche mese: tra agosto e dicembre l’Inps farà partire altre 80mila comunicazioni sulla sospensione del beneficio.
Cosa cambia per il reddito di cittadinanza e cosa fare: a chi non viene sospeso
È prevista una proroga del reddito di cittadinanza fino al 31 dicembre 2023 solo per le famiglie dove sono presenti minori, disabili e persone con più di 60 anni o in carico ai servizi sociali perché “non attivabili al lavoro” (ma i servizi sociali dovranno comunicarlo all’Inps entro il 31 ottobre): dal 1° gennaio 2024 il sostegno sarà sospeso anche per loro o sarà sostituito da un sussidio diverso, l’assegno di inclusione. La presa in carico da parte dei servizi sociali però non è automatica, riguarda soltanto un numero limitato di persone che non sono in condizione di lavorare.
Per le altre famiglie, ossia quelle composte da persone tra i 18 e i 59 anni definite come “occupabili” (ossia che possono lavorare), il reddito di cittadinanza 2023 – come detto – scade dopo 7 mesi: dopo la rata del 27 luglio 2023 non viene più caricata la carta Rdc. Ma anche per loro c’è un nuovo sussidio, sempre che si decida di intraprendere percorsi di formazione e orientamento al lavoro.
Cosa sostituisce il reddito di cittadinanza: Supporto per la formazione e lavoro
I nuclei familiari di persone tra i 18 e i 59 anni occupabili a cui viene tolto il reddito di cittadinanza, dal 1° settembre 2023 potranno fare domanda del Supporto per la formazione e il lavoro ma a queste condizioni:
- Isee fino a 6.000 euro
- obbligo di partecipare a progetti di formazione, qualificazione, orientamento professionale e accompagnamento al lavoro
L’importo del “Supporto per la formazione e lavoro” (che inizialmente si chiamava “Mia“) ammonta a 350 euro al mese per un massimo di 12 mesi e sarà pagato tramite bonifico dall’Inps. Ogni componente della famiglia, tra 18 e 59 anni, potrà richiederlo. In questa misura rientrano anche il servizio civile universale e i progetti utili alla collettività. Sarà possibile richiedere il “Supporto per la formazione e lavoro” nei prossimi mesi via internet. Il cittadino dovrà sottoscrivere un primo “patto di attivazione” online e poi presentarsi al centro per l’impiego per firmare l’intesa personalizzata riguardo all’attivazione al lavoro. Bisognerà partecipare alle attività di formazione entro 90 giorni, altrimenti il beneficio sarà sospeso. Più informazioni sul Supporto per la formazione sul sito del Ministero del Lavoro.
Cosa sostituisce il reddito di cittadinanza per le famiglie con figli, disabili e over 60
Dal 1° gennaio 2024 l‘assegno di inclusione sostituirà il reddito di cittadinanza, ma solo se si rispetta uno dei seguenti requisiti:
- nuclei familiari in cui sia presente almeno un componente disabile
- famiglie con figli minorenni
- nuclei familiari in cui sia presente almeno un componente con almeno 60 anni di età
- in tutti i casi l’Isee non deve essere superiore a 9.360 euro e il reddito familiare deve essere inferiore a 6.000 euro annui (soglia che si alza nel caso di disabili, over 60, minori, grave disagio psicosociale, componenti della famiglia con carichi di cura, secondo parametri specifici, definiti da una scala di equivalenza)
Non è riconosciuto a chi è sottoposto a misura cautelare personale o a misura di prevenzione, e a chi negli ultimi 10 anni ha avuto sentenze di condanna o ha patteggiato.
Come richiedere l’assegno di inclusione
Chi ha diritto all’assegno di inclusione (vedi sopra i requisiti) potrà fare domanda all’Inps nei prossimi mesi per ottenere il sussidio dal 1° gennaio 2024. Ancora non si conosce la data di apertura delle richieste. In questi casi la carta di inclusione sostituirà quella del reddito di cittadinanza. L’importo dell’assegno di inclusione è composto da una integrazione del reddito familiare fino a 6mila euro all’anno (7.560 euro se tutti i componenti della famiglia hanno dai 67 anni in su oppure se la famiglia è composta da over 67 e altri familiari tutti in condizioni di disabilità grave o di non autosufficienza) a cui può essere aggiunto un bonus affitto (fino a un massimo di 3.360 euro). L’importo minimo riconosciuto è di 480 euro. Tutti i dettagli sul sito del Ministero del Lavoro.