In Oltrarno, l’angolo tra Borgo San Jacopo e via Toscanella rispetta il canone tradizionale degli spazi fiorentini: blocchi di pietra, strade strette, edifici storici. In alto, un’edicola protegge l’immagine sacra. La Madonna porta il velo sui capelli e guarda il cielo, quindi alza il braccio e si ribella alle pose rinascimentali, correndo a tapparsi il naso con due dita, mentre un topolino le cammina addosso, tra l’avambraccio e la mano. È la Madonna del puzzo di Firenze, una Vergine dai lineamenti, decisi, forti, contemporanei: all’inizio degli anni Ottanta, l’edicola dove oggi si trova l’opera era vuota. Il vecchio protettore di questo incrocio doveva essersene fuggito via. Almeno così, ci pare plausibile.
Dove si trova la Madonna del puzzo: una storia fiorentina un po’ originale
In ogni caso, il puzzo dipendeva da un cassonetto dell’immondizia, collocato proprio dove si trova la nicchia. E poiché via della Toscanella è molto stretta, il cassonetto appestava l’aria in maniera insopportabile. Allora, l’artista fiorentino Mario Mariotti (1936-1997) che teneva bottega al numero 7 rosso della stessa strada, realizzò nel 1984 una testa femminile in terracotta: dialogo di tradizione medievale, arte contemporanea e giusta protesta. L’ironia ebbe successo. Il cassonetto filò via. La Madonna del puzzo si trova ancora al suo posto, a pochi passi da uno dei simboli di Firenze, Ponte Vecchio.
Neppure il cassonetto fu l’unico scempio, al quale Mario Mariotti pose rimedio. L’incrocio fra via dello Sprone e Borgo San Jacopo ospita in alto uno stemma della famiglia Medici e in basso – a livello del suolo – un allegro sbuffo d’acqua, la seicentesca Fontana dello Sprone. Purtroppo, sempre nel 1984, un semaforo e un segnale stradale presero dimora esattamente tra lo stemma e la fontana: la rottura di un’armonia. Tanto più che a differenza della fonte in stile grottesco, la nuova “installazione” risultò semplicemente orrida.
Allora, Mariotti aggiunse un cartello: “tu che lo sguardo a questa fonte poni nota la differenza fra le palle e i coglioni”. Nessun dubbio, le palle erano quelle dello stemma mediceo. Chi fossero i coglioni, va lasciato immaginare. Di certo anche segnale stradale e semaforo dovettero andarsene, proprio come il cassonetto davanti alla Madonna del puzzo.
L’artista Mario Mariotti
Una visita alla Madonna del puzzo può rappresentare l’occasione per ricordare Mario Mariotti, proprio nel quartiere dove visse e lavorò. Un artista poliedrico, agro-dolce, che si espresse dal teatro, all’arte grafica per libri e manifesti, in pittura, scultura, gesso e plastica. Quindi con le proiezioni: come il gigantesco “No” sulla cupola del Duomo, in occasione del referendum abrogativo della legge sul divorzio (1974) o delle immagini vivaci, sulla facciata della basilica di Santo Spirito (1980). Nell’esperienza pubblica, commistione tra organizzazione di eventi per il Comune di Firenze e arte partecipata o performativa. E nell’esperienza più intima di Animani e umani: le mani dipinte e le dita intrecciate per evocare tutta una fauna variopinta di bestie e persone. Con una partecipazione originale e poetica alla Biennale di Venezia, distribuendo retini per acchiappar farfalle, da solo, fuori, in piazza (1972).
Stefano Pezzato, curatore del bel catalogo, Mario Mariotti: vita, progetti, opere e azioni, pubblicato dal Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato (2011), ha ritrovato le parole dell’artista, in occasione della sua mostra personale presso la Galleria Vivita di Firenze:
Il mio lavoro è dedicato a quanti, e sono troppi, che
dell’arte non ne vogliono proprio sapere e in nessun modo
la vogliono conoscere (che non passeranno in queste
stanze e non si fermeranno su queste righe, se non per
sbaglio) ma si contentano di considerarla, con istintiva
diffidenza, una cosa semplicemente straordinaria
La Madonna del puzzo oggi
Intanto la Madonna del puzzo veglia sempre, lì dove si trova, legata alla storia e al tessuto urbano di Firenze. Anche dopo l’atto vandalico del 2002, l’associazione Canto ai Quattro Leoni si è presa cura di lei, facendola restaurare. In questo modo, la Madonna del puzzo cresce in popolarità e vive: estendendo il proprio significato, a soccorso da tutti i mali di degrado urbano. Testimonianza ironica del genio fiorentino di Mario Mariotti.