domenica, 22 Dicembre 2024
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La mia America dal grilletto facile: intervista a Gabriele Galimberti

In “The Ameriguns” Gabriele Galimberti, fotografo toscano che lavora per National Geographic, ha raccontato i possessori di armi negli Usa

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“The Ameriguns” di Gabriele Galimberti è uno dei candidati al World Press Photo Contest 2021, il più prestigioso premio fotografico al mondo. Il fotografo toscano aveva parlato del suo progetto e del libro che raccoglie le immagini scattate nel corso dei suoi viaggi negli Stati Uniti in questa intervista pubblicata su Il Reporter di dicembre 2020, che riproponiamo di seguito. The Ameriguns è uno dei tre candidati nella sezione “Stories” della categoria “Portraits”, ritratti.

 

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“Essendo necessaria alla sicurezza di uno Stato libero una ben organizzata milizia, il diritto dei cittadini di detenere e portare armi non potrà essere infranto”. Recita così il secondo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d’America ratificato nel 1791.

Nel momento cruciale delle grandi colonizzazioni europee, il diritto di possedere armi garantiva agli americani la possibilità di difendere i territori, le loro famiglie e le loro proprietà da (eventuali) nuovi invasori.  A quasi duecentotrenta anni di distanza, gli americani continuano a rivendicare questo diritto, tanto che oggi le armi regolarmente registrate nel Paese superano il numero dei suoi abitanti: 393 milioni di armi contro 372 milioni di persone.

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Sono loro “The Ameriguns”, il popolo al quale il fotografo toscano Gabriele Galimberti, classe 1977, che da anni lavora per National Geographic Usa, ha deciso di dedicare un progetto fotografico e un libro (edito in Italia da Skinnerboox, 38 euro). Il titolo non nasconde una citazione del celebre “The Americans”, pilastro della storia della fotografia, pubblicato nel 1958 dal fotografo Robert Frank, che attraversò i 50 stati in lungo e in largo, immortalando la faccia più disillusa e reale degli States.

"The Ameriguns", intervista al fotografo Gabriele Galimberti
Eric Arnsberger (30) e Morgan Gagnier (22) – Lake Forest, California

Anche Galimberti ha attraversato gran parte degli Stati Uniti – dal Texas a New York, dalle Hawaii al Midwest, dalla California all’Alaska – con la missione di scoprire chi sono (e ritrarre) i possessori e i collezionisti di armi della Nazione più potente del globo. “Due anni fa – racconta Galimberti – ero negli Usa per fotografare dei fossili di dinosauri per un servizio di National Geographic. Mi trovavo in Kansas e tra una sessione di foto e l’altra avevo qualche giorno libero. Così per caso e per curiosità sono entrato in un negozio di armi. Non ci ero mai stato prima, ho cominciato a curiosare e mi sono messo a parlare con dei clienti. Che armi compri? Che passione hai? Quante ne possiedi? La risposta di uno di loro mi lasciò a bocca aperta. Mi disse «più di 50». Allora gli chiesi: posso venire a casa tua a fare una foto?”. Da lì è cominciato tutto. Un placet da parte di National Geographic e due viaggi negli Usa più tardi, ecco pronto il volume.

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Gabriele Galimberti, viaggio in “Ameriguns”

“The Ameriguns” è una grande fotografia, nel senso lato del termine, che racconta una realtà senza esprimere giudizi. Accanto agli scatti di Galimberti, i racconti, le interviste, le parole della giornalista Gea Scancarello. E poi statistiche, studi e focus sul ruolo dei social media nella diffusione delle armi da fuoco oggi. “Bianchi, neri, ricchi, poveri, del Sud, del Nord, colti, sprovveduti, dell’Alaska e del New England, del Texas e di Honolulu. La prima scoperta che ho fatto è che le armi negli Usa sono diffusissime ovunque, a differenza di chi pensa che siano tutte concentrate in Arizona o in Texas. E non sono solo i bianchi a possederne, anche se ne detengono percentuali maggiori. Ho fotografato single e famiglie, giovani e anziani di ogni estrazione sociale. Famiglie repubblicane ma anche persone tendenzialmente democratiche. Non è una tendenza specifica di uno Stato o di una condizione sociale, esiste un sostrato di possessori di armi diffuso in tutto il paese”.

La copertina del libro “The Ameriguns” del fotografo Gabriele galimberti

Famiglia, libertà, passione e stile

Quattro, tanti sono i capitoli in cui è suddiviso il libro, uno per ognuno dei valori che – secondo l’autore – legano tutt’oggi gli americani alle armi. “Abbiamo cercato di analizzare il secondo emendamento e il modo in cui è cambiato durante i secoli. Oggi ha un’interpretazione diversa rispetto al passato e si basa sostanzialmente su quattro concetti: la famiglia, la libertà, la passione e lo stile”. Lo stile? Viene subito da domandarsi. “Sì, perché le pistole o i fucili in quel contesto sono anche oggetti di moda. Tant’è che abbiamo selezionato dieci influencer (figura che non manca nemmeno nel settore delle armi, ndr) che contano migliaia e migliaia di follower. Ce n’è per ogni target: c’è la ragazza fighetta di New York e il rapper di colore della Louisiana fino al giovane hi-tech della California. Nell’era dei social media le armi diventano un oggetto di culto come un paio di scarpe o una borsa”. Una realtà anomala che rispecchia un eccesso tutto statunitense. Basti pensare che degli 830 milioni di armi nel mondo possedute da privati, 390 milioni sono negli Stati Uniti.

“È una cosa trasversale, non c’entra la politica. L’industria delle armi è una parte importantissima del tessuto economico degli Usa. E anche se è vero che ci sono politici che cercano di contrastare questa eccessiva diffusione, sono ancora una minoranza, sono troppo piccoli e troppo poco potenti. Se davvero un cambiamento ci sarà, non avverrà oggi ma nei prossimi decenni. Ci vuole un mutamento di mentalità generazionale forte. Sarà sicuramente un processo lungo e complesso”.

Covid e vendita di armi in Usa

Nemmeno il Covid è riuscito a disarmare gli americani, tutt’altro. “Da marzo a giugno 2020 c’è stato un incremento delle vendite del 132%, perché i cittadini usa reagiscono così alla paura, armandosi”. Anche se stavolta il nemico non si vede a occhio nudo, anche se stavolta non ci sono i coloni inglesi a minacciare campi coltivati e lande desolate. L’importante è avere la sensazione, in qualche modo, di non essere indifesi, di non lasciarsi cogliere alla sprovvista. Ha imparato a conoscerli nelle loro contraddizioni Gabriele Galimberti, che dopo anni passati a viaggiare per il mondo come fotoreporter ha cominciato a lavorare stabilmente per National Geographic Usa. “Vivo tra Milano e Castiglion Fiorentino. Amo girare il mondo per lavoro ma casa mia è qui, dove c’è la famiglia, gli amici e la mia casa. In questo periodo di stop forzato sono tornato a godermi i luoghi dell’infanzia. In attesa di poter riprendere il prossimo aereo”. E di far scattare, non un grilletto, ma il prossimo clic.

da Il Reporter di dicembre 2020

Gabriele Galimberti

The Ameriguns

Skinnerboox-Dewi Lewis

Design di Tommaso Tanini, testi di Gea Scancarello

38 euro

 

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